Europa tra ipocrisie e guerra: Draghi applaudito, Trump criticato
Europa debole e divisa: Draghi criticato con rispetto, Trump attaccato senza pietà. Guerra in Ucraina senza pace, leadership europea sotto accusa.
Doppie morali: Draghi sì, Trump no
In Europa esiste una regola tacita: la gravità di una critica dipende da chi la pronuncia. Donald Trump definisce il Vecchio Continente “decadente, con leader deboli” e scoppia l’indignazione generale. Una frase identica, pronunciata da Mario Draghi pochi mesi fa. – che aveva descritto un’UE “marginale e spettatrice, paralizzata da regole obsolete e incapacità di decidere” – aveva suscitato silenzi rispettosi.
Draghi pungola? È saggezza. Trump critica? È scandalo.
La doppia morale europea è evidente: ciò che dà fastidio è chi lo dice, non il contenuto.
Ucraina: rigidità senza negoziato, Volenterosi e guerra infinita
Il conflitto in Ucraina si protrae, senza segnali concreti di pace. Zelensky porta un nuovo piano all’attenzione americana, mentre Mosca sottolinea come la Terza guerra mondiale sia stata evitata solo grazie a Trump. Nel frattempo, i “Volenterosi” europei – Francia, Germania, Regno Unito – premiano la rigidità di Kiev, spingendo per il massimo intransigente su territori, NATO e ricostruzione.
Il risultato è chiaro: nessuna trattativa reale, guerra destinata a continuare. L’Europa invece di favorire compromessi realistici alimenta la retorica bellica, con investimenti militari record e una leggerezza politica che contrasta con la tragedia in corso.
Vecchioni smaschera la fragilità europea
L’analisi dell’ex ambasciatore Domenico Vecchioni è lucida e dura.
“La guerra continua. Rincuorato dall’appoggio incrollabile dei volenterosi (Francia, Germania, Regno Unito) Zelensky è tornato sulle sue posizioni più rigide, che non lasciano molto spazio a eventuali trattative di pace. Non si tratta sui territori, né sull’adesione alla Nato, né sulla ricostruzione del paese con fondi russi. Siccome questi sono gli stessi punti su cui Putin non tratta, la guerra continua! E chi se ne frega se migliaia di giovani ucraini e russi continuano a morire, inutilmente, e se la pace mondiale è sempre più in bilico.
Zelensky tuttavia non tiene conto di alcuni “dettagli”, che dovrebbero consigliargli prudenza: i territori da cedere, li ha già persi. Crimea e Donbass sono in mano ai russi, che mai li restituiranno (anche perché vengono considerati storicamente russi). Trump si è stancato di Zelensky, dell’UE e dei volenterosi che boicottano ogni sua iniziativa di pace e ha mandato tutti a quel paese. L’aiuto finanziario e militare americano all’Ucraina quindi potrebbe venire meno a breve scadenza. Le opinioni pubbliche europee si mostrano sempre più ostili a un coinvolgimento diretto dei loro Paesi alla guerra ( auspicato invece dai volenterosi). La Nato, senza l’accordo degli Usa, non va da nessuna parte. È illusorio quindi tentare di coinvolgerla in questa fase.
L’UE, dal canto suo, continua a gettare olio sul fuoco in una corsa agli armamenti che non ha precedenti e banalizzando l’idea della guerra come se fosse un videogioco. Intanto, per correre dietro all’Ucraina, l’UE rischia, non di rinnovarsi , ma di perdere definitivamente la sua anima e la sua ragion d’essere , dilaniata da drammatiche divisioni e gestita da governanti velleitari, politicamente deboli e non all’altezza del momento storico. Ma, tranquilli, la guerra continua, con belle prospettive davanti a sé. Macron, Starmer e Merz saranno contenti. Potrà l’Italia svolgere un qualche ruolo di mediazione in questa fase? Me lo auguro, è nella tradizione e nella vocazione del nostro Paese. Ma temo che eventuali iniziative italiane in questa prospettiva , sarebbero boicottate da Bruxelles, che sogna sempre e solo l’impossibile sconfitta militare della Russia.”
Eccola l’Europa che non vuole specchiarsi
L’Europa dei moralismi selettivi, delle indignazioni a comando e delle lezioni di democrazia impartite, mentre perde la propria anima, è sempre la stessa.
Applaude Draghi quando critica, si offende con Trump quando dice le stesse cose.
Dichiara pace mentre alimenta la guerra, si proclama autonoma mentre attende l’ok americano.
La realtà è semplice e brucia: non c’è niente di più fragile di un’Europa che finge di essere forte.
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