Attualità

Francesco e il dibattito sull’omosessualità: a ottobre la risposta della Chiesa

di Andrea Canali -


In passato Papa Bergoglio aveva già toccato il delicato tema riguardante la condizione dell’omosessualità infatti rispose ad una domanda dei giornalisti con la la famosa frase, «chi sono io per giudicare un gay?». Successivamente nel maggio scorso in Germania vi era stata una sorta di apertura nonostante i veti tassativi del Vaticano a dare forme di ‘benedizione’ a famiglie lgbt. Possiamo definirla una sorta di campagna pubblica ossia : “Liebe gewinnt” (“L’amore vince”) promossa dalla Chiesa teutonica. Il vescovo ausiliare di Essen infatti, allora, Ludger Schepers è stato il primo vescovo che andando a sgretolare uno vecchio tabù definibile storico, partecipò ad una cerimonia di benedizione per le coppie omosessuali. In tal senso la conferenza episcopale tedesca dimostra ancora oggi di andare avanti su tale strada. Infatti, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Baetzing, ha detto chiaramente di non essere d’accordo con la attuale interdizione vaticana di ordinare sacerdoti gay. In tal senso ricordiamo che ovviamente i vescovi al loro interno sono ancora spaccati, ma la maggior parte dei cattolici sembrerebbe premano in Germania non solo per un riconoscimento, ma pure per modificare il testo del Catechismo della Chiesa cattolica. Insomma, secondo il parere della chiesa tedesca «Dio ha voluto i Gay». quindi significa che nella creazione c’è posto anche per loro. Non solo ma entrando nel merito quindi, visto che il prossimo Sinodo è alle porte in quanto si svolgerà il prossimo ottobre in Vaticano, sicuramente uno dei temi scottanti sarà proprio quella della sessualità in generale e in particolar modo appunto, la richiesta di far cancellare le regole vaticane che vietano espressamente l’ingresso nei seminari dei candidati al sacerdozio con tendenze omosessuali. Tale previsione di divieto fu pubblicata sotto forma di linea guida nel dicembre 2016, e afferma esplicitamente che gli omosessuali praticanti o coloro che manifestano durante il seminario tendenze esplicite omosessuali, definibili radicate o sostengono la cosiddetta cultura omosessuale, gli deve essere impedito di proseguire tale cammino. Alcuni anni fa, durante l’Assemblea della Cei, il Papa ha rivelato ai vescovi italiani alcune sue preoccupazioni. Il suo discorso nella fase iniziale affrontò la crisi delle vocazioni spiegando in merito alla necessita di un accompagnamento integrale: «il discernimento spirituale non esclude gli apporti delle sapienze umane, esistenziali, psicologiche, sociologiche o morali». Di conseguenza spiegò il possibile bisogno di accorpare le diocesi piccole oltre al conseguente uso più responsabile e trasparente dell’otto per mille da parte dei vescovi. Poi quando si è proseguito a porte chiuse ( come di solito si svolgono i Sinodi) Bergoglio ha esplicitato la sua ulteriore preoccupazione. ossia: «Il problema dell’omosessualità». A suo parere la presenza di un sostanzioso numero di preti o seminaristi gay è un fattore destabilizzante per la Chiesa che dovrà essere affrontato con decisione nelle diocesi e risolto attraverso un percorso specifico, un po’ come è stato fatto per la piaga della pedofilia. «Abbiamo affrontato la pedofilia e presto dovremo confrontarci anche con quest’altro problema» ha sintetizzato, chiedendo di «vigilare» su tutti i seminari e aspiranti seminaristi.
Come affrontare la condizione degli omosessuali tra il clero, a partire dal loro ingresso in seminario, aveva tentato di spiegarlo anche padre James Martin, un gesuita americano, molto autorevole e ascoltato da Papa Francesco. A suo parere è possibile, da un punto di vista dottrinale e teologico, essere gay e nello stesso tempo essere bravi preti. «Conosco decine di ottimi religiosi gay che vivono una vita di castità. Alcuni sono stati mie guide spirituali o miei superiori. Ma voglio essere chiaro in modo da non essere frainteso: intendo che sono gay ma non sessualmente attivi». La tematica è spinosa e sicuramente il dibattito continuerà in merito anche in modo intenso,


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