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Esteri

Gaza, raid israeliano su Khan Yunis dopo il cessate il fuoco

di Eleonora Ciaffoloni -


Nonostante il cessate il fuoco dichiarato ed entrato ufficialmente in vigore dopo la mezzanotte a Gaza, aerei da guerra israeliani hanno colpito all’alba la città di Khan Yunis con un raid, nel sud della Striscia. A riferirlo è l’agenzia palestinese Wafa, secondo cui le forze israeliane hanno preso di mira la zona di Al-Katiba, nel centro della città, con diversi colpi di artiglieria e raid aerei, mentre droni sorvolavano l’area.

Secondo fonti locali, l’attacco ha provocato ingenti danni e un alto numero di feriti, anche se non ci sono ancora dati ufficiali sulle vittime. L’episodio arriva appena poche ore dopo fragile tregua raggiunta tra Israele e Hamas, che potrebbe segnare una svolta decisiva nel conflitto mediorientale.

Il cessate il fuoco e l’accordo di pace

L’attacco arriva a poche ore dall’approvazione, da parte del governo israeliano, dell’accordo con Hamas per una tregua e la liberazione di tutti gli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza. Il documento, mediato dall’Egitto, e sostenuto da Qatar, Turchia e Stati Uniti, prevede il cessate il fuoco immediato e un ritiro graduale delle forze israeliane fino alla cosiddetta Linea Gialla entro 24 ore.

Nella prima fase, Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore. Mentre Israele si impegna a liberare circa 2.000 prigionieri palestinesi. Il piano rappresenta il primo vero passo verso una de-escalation dopo oltre due anni di violenze e bombardamenti sulla Striscia.

Il ruolo di Trump e dei mediatori

Per Donald Trump, il piano è una “svolta storica per il Medio Oriente”. “Lunedì o martedì tutti gli ostaggi saranno liberi”, ha annunciato Trump in un videomessaggio. Gli Stati Uniti invieranno 200 militari per monitorare il rispetto del cessate il fuoco, mentre i Paesi mediatori formeranno una task force internazionale di supervisione.

Il premier italiano Giorgia Meloni ha definito l’accordo “una straordinaria notizia”, ringraziando Trump e i Paesi mediatori per gli sforzi compiuti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato la disponibilità dell’Italia a contribuire alla stabilizzazione della regione: “Siamo pronti a fare la nostra parte per consolidare il cessate il fuoco, inviare aiuti umanitari e partecipare alla ricostruzione di Gaza. L’Italia è pronta anche a valutare l’invio di militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace per riunificare la Palestina”.


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