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Cultura & Spettacolo

E guardo il mondo da un oblò

di Andrea Fiore -


C’è una canzone che, più di molte altre, è riuscita a racchiudere un’epoca in una sola immagine: “Guardo il mondo da un oblò”. Bastano queste parole per far riaffiorare alla mente un tempo in cui i vinili giravano lenti, le radio diffondevano melodie senza algoritmi e la leggerezza era una forma di speranza.

Era il 1980, e Gianni Togni, con la sua Luna, trasformava la malinconia in poesia pop, portando una ventata di dolcezza nella musica italiana. A quarantacinque anni di distanza, quella canzone e l’album che la conteneva — dal titolo lunghissimo e teatrale “…e in quel momento, entrando in teatro vuoto, un pomeriggio vestito di bianco, mi tolgo la giacca, accendo le luci e sul palco m’invento” — tornano a brillare.

Un viaggio tra analogico e digitale

Domani, per Warner Music, esce “…e in quel momento… Remix 2025”, un’edizione celebrativa restaurata e remixata dai nastri originali del 1979. Un lavoro di affetto e tecnologia, dove analogico e digitale si danno la mano per restituire nuova vita a un classico.
Togni, oggi 69enne in splendida forma, racconta di un progetto nato senza nostalgia ma con gratitudine: “Abbiamo tolto echi e rumori, ridato spazio agli strumenti, riscoperto flauti che non ricordavo neppure”.
Il risultato è un disco più caldo, più profondo, più vero, fedele allo spirito dell’originale ma finalmente con una chiarezza che allora era solo un sogno.

Nel cofanetto — disponibile in LP e CD — trovano posto brani come MaggieGiardini in una tazza di tèVoglia di cantare e Chissà se mi ritroverai. E naturalmente Luna, anche in una inedita versione spagnola, insieme a quattro versioni alternative nate dalle registrazioni originali.

Luna di Gianni Togni: il tempo passa, ma certe emozioni restano

Ascoltare oggi Luna è come aprire un vecchio baule e trovarci dentro una fotografia ancora viva: quella di un ragazzo che guardava il mondo da un oblò, senza sapere che quel gesto lo avrebbe reso eterno.
Perché certe canzoni non invecchiano mai — cambiano solo il tipo di luce con cui le ascoltiamo. E, in fondo, dopo quarantacinque anni, Luna continua a farci sognare. Anche se il mondo, da quell’oblò, oggi sembra un po’ più complicato.

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