Oggi è la Giornata della Gentilezza: i consigli per vivere meglio
Una responsabilità per tutti, a iniziare dai capi: come migliorare il proprio posto di lavoro in cinque mosse
Oggi è la Giornata della Gentilezza. L’obiettivo è fare delle buone maniere e della buona disposizione verso il prossimo, più che uno stile di vita, una vera e propria legge. Anche in Italia. E proprio oggi, per essere più aperti e tolleranti verso chi ci sta accanto, arrivano i consigli degli psicologi e psichiatri per vivere, non solo nella giornata di oggi ma sempre, la gentilezza come uno stile di vita.
La giornata della gentilezza e i consigli degli scienziati
Il primo consiglio tra quelli offeriti da Martina Cassani psicoterapeuta e senior consultant in Stimulus Italia by Telus health è quello di attuare l’approccio del nudging. In pratica si tratta di usare “una spinta gentile” affinché si possano orientare “le scelte delle persone in modo naturale e non impositivo”. In pratica, sul posto di lavoro, sarebbe bene “rendere visibili le buone pratiche di benessere; proporre micro-formazioni sullo stress o sull’intelligenza emotiva, brevi e integrate nel flusso lavorativo quotidiano; favorire comportamenti collaborativi, come ad esempio disporre sedie e spazi comuni in modo da incentivare la conversazione tra colleghi”.
La comunicazione gentile
Il secondo consiglio riguarda proprio la comunicazione gentile. Che “non si misura da come si parla, ma da ciò che si vuole trasmettere. Significa saper ascoltare, dare spazio ai punti di vista, scegliere parole che costruiscono invece di dividere”. Pertanto, oggi più che mai nella giornata della gentilezza, occorre “promuovere nei team una comunicazione chiara, consapevole, empatica e assertiva riduce i conflitti e aumenta la fiducia. Anche nei momenti di confronto o di difficoltà, una parola scelta con cura può fare la differenza tra distanza e collaborazione”.
Supporto e gestione delle emozioni
Lo stato d’animo incide, eccome, sui nostri comportanti. Cassani, pertanto, consiglia di dare e chiedere supporto perché “essere gentili significa saper offrire aiuto, ma anche sentirsi liberi di chiederlo”. Strettamente connesso a questo, c’è il punto sulla gestione delle emozioni: “Saper discriminare ed accogliere le proprie emozioni – e quelle degli altri – è un gesto di attenzione che rende il lavoro più umano e le relazioni più autentiche. Quando impariamo a riconoscere ciò che proviamo, diventa più facile affrontare tensioni, cambiamenti e momenti di stress con apertura ed equilibrio”. Dunque sarebbe d’uopo per la giornata della gentilezza “promuovere incontri o brevi percorsi sull’intelligenza emotiva aiuta le persone a sviluppare consapevolezza, empatia e capacità di autoregolazione. In un ambiente dove le emozioni trovano spazio e rispetto, la gentilezza diventa parte integrante della cultura organizzativa”.
Una responsabilità per i leader
È chiaro: la gentilezza, come ogni stile di comportamento, non va solo predicata ma praticata. Ed è l’esempio la migliore base per agire e contagiare gli altri. “Coltivare una leadership attenta: essere leader gentili non significa essere indulgenti, ma saper unire fermezza e attenzione. Una leadership gentile si fonda sull’ascolto, sulla fiducia e sulla valorizzazione dei talenti. I leader attenti non controllano, ma accompagnano; non evitano i conflitti, ma li affrontano con rispetto. Attraverso piccoli gesti – una parola di riconoscimento, un momento di confronto, un feedback costruttivo – contribuiscono a creare un senso di appartenenza e di benessere diffuso”. Insomma, la giornata della gentilezza interessa tutti: soprattutto i capi.
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