Politica

Gli attacchi postumi della sinistra che non vive più senza Silvio

di Domenico Pecile -

ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD


“Sono emozionata che Pierluigi Bersani, che fu il mio primo segretario, torni nel Pd, abbiamo bisogno della sua intelligenza” aveva affermato la segretaria dem, Elly Schlein commentando il rompete le righe di Articolo Uno e il suo ritorno all’ovile in una sorta di parabola politica del figliol prodigo. E aveva aggiunto: “Sono certa che si possa rifare la Sinistra: se ce la faremo? Sì. La risposta non potrebbe essere più semplice: sì. Ce la facciamo. O meglio, ce la dobbiamo fare”. Il Pd, all’indomani dalla morte di Berlusconi, punta dunque a ripartire con la bussola che indica in modo perentorio la Sinistra. Del resto, dopo la dichiarazione di Matteo Renzi sul Cavaliere, l’ipotesi di campo largo è definitivamente tramontata. Certo, ai funerali la Schlein c’era. Ma ciò non toglie che l’analisi su ciò che ha rappresentato Berlusconi segna un’altra insanabile frattura con il Terzo Polo.

Osvaldo Napoli, ex parlamentare azzurro e adesso nella segreteria di Azione, si è detto certo che dopo il Cavaliere “nulla sarà come prima”, perché “il vuoto che lascia nel dibattito politico e nel discorso pubblico è solo apparente perché in realtà oggi Berlusconi è un vulcano attivo sotto un quadro politico che ci appare in tutta la sua fragilità”. E il Pd non sembra in grado ancora né di metabolizzare i 29 anni del Berlusconi politico, né tantomeno di tentare di intercettare una parte dei voti azzurri probabilmente in libera uscita, operazione che sta tentando, invece, Italia viva del Royal baby, Renzi. Insomma, il Pd punta a Sinistra ma non riesce ancora a fare i conti con gli ultimi sei lustri. Quelli appunto contraddistinti da un Berlusconi ritenuto sempre e comunque dannato. Tutt’altra musica nell’altra sponda dell’opposizione di sinistra, quella del M5S. Ieri, ai funerali di Berlusconi, tra i grandi big di partito, Giuseppe Conte è stato l’unico a disertare la cerimonia. E unico probabilmente ad avere l’obiettivo di cavalcare gli ultimi rigurgiti del berlusconismo, strategia – appunto – che i più accorti tra i dem sconsigliano alla loro segretaria.

Certo, Conte c’aveva tenuto “a far pervenire ai suoi cari e alla famiglia” di Berlusconi, “il sincero e rispettoso cordoglio”, suo e del M5s. “Silvio Berlusconi – aveva premesso – è stato un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia. Anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati il coraggio, la passione, la tenacia”. Tuttavia, il suo comunicato scarno, frettoloso che era stato affidato a un tweet ha scatenato l’ira della base più intransigente che si è ribellata al suo leader. Il primo a tuonare contro Conte è stato Davide Bono: “Un po’ di coraggio ogni tanto e dire che ha fatto molto a questo Paese? La politica è sempre il regno dell’ipocrisia”. E poco dopo il vicecapogruppo al Senato, Alessandra Maggiorino ha aggiunto che “oggi mi attengo alla massima che se non si può dire niente di buono è preferibile tacere”. E i circoli vicini al leader commentando il tweet di Conte hanno rimarcato che “una toppa è peggio di un buco”. Insomma, Conte è finito sul banco degli imputati. Anche Rosy Bindi, polemica nei confronti della decisione di proclamare il lutto nazionale per la morte del Cavaliere, ha criticato Giuseppe Conte, ma da un altro versante. “Credo – ha affermato – che chi ha un ruolo politico e parlamentare dovrebbe partecipare al funerale. Il saluto durante una celebrazione liturgica credo non si debba negare a nessuno. Io personalmente ho provato una sincera pietà perché il dolore della morte ci rende tutti uguali, anche tra avversari politici”.


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