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Esteri

Gli Stati Uniti stanno sfidando il Venezuela: Caracas si prepara al peggio

Il Regno Unito ha parzialmente sospeso la cooperazione d'intelligence con gli Usa, temendo utilizzi impropri

di Ernesto Ferrante -


Le acque del Mar dei Caraibi sono di nuovo agitate. Un gruppo d’attacco della Marina statunitense guidato dalla portaerei Uss Gerald R. Ford, la più grande al mondo, è arrivato nell’area di responsabilità del Comando Navale Sud degli Stati Uniti, comprendente America Latina e Caraibi. La sua missione, presentata come una lotta senza quartiere ai narcos, ha intensificato la presenza militare statunitense nella regione, suscitando timori e nervosismo in Venezuela. La mastodontica portaerei trasporta quattro squadriglie di caccia F/A-18E Super Hornet ed è accompagnata, tra gli altri, da tre cacciatorpediniere lanciamissili.

Le evoluzioni della pressione degli Stati Uniti sul Venezuela

Al Washington Post ex funzionari militari e analisti della difesa hanno messo in dubbio un’incursione di terra Usa, perché l’esercito venezuelano conserva armamenti e capacità sufficienti per contrastarlo. L’ipotesi più accreditata è quella di “attacchi cinetici di precisione contro obiettivi legati al traffico di stupefacenti e contro le capacità militari e, se ciò non dovesse sortire l’effetto desiderato, contro la leadership”. Non sono esclusi raid contro le infrastrutture nel tentativo di indebolire il presidente Nicolas Maduro. Parallelamente continuerà l’azione propagandistica volta ad irrobustire l’opposizione interna ed esterna, facendo leva sulle spaccature esistenti tra i Paesi dell’America Latina.

Le manovre difensive di Caracas

Il Venezuela, in risposta alle manovre statunitensi, ha annunciato un “massiccio dispiegamento” di forze terrestri, navali, aeree, fluviali e missilistiche. Coinvolta anche la milizia civile. Caracas è convinta che l’obiettivo finale degli Stati Uniti sia la rimozione del presidente Maduro.

La decisione di Londra

Il Regno Unito ha parzialmente sospeso la cooperazione d’intelligence con gli Stati Uniti sui presunti traffici di droga nei Caraibi, a causa delle preoccupazioni suscitate dalle già oltre 20 operazioni condotte da Washington contro le imbarcazioni sospette in acque internazionali, a partire dal mese di settembre.

Secondo quanto riportato dalla Cnn, Londra teme che le proprie informazioni possano essere usate per individuare obiettivi di azioni che potrebbero costituire “esecuzioni extragiudiziali”, come denunciato anche dall’Alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk.

Downing Street non ha smentito. “Non commentiamo questioni di sicurezza o intelligence”, ha affermato un portavoce, aggiungendo che “gli Stati Uniti restano il nostro partner più stretto in materia di difesa e sicurezza, ma le decisioni su queste operazioni spettano a loro”.


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