Politica

Grillo guarda all’altrove, Conte pensa a Di Battista l’anti Schlein

di Redazione -

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO


È un Beppe Grillo tra politica e teatro quello che si è ripresentato sotto le luci della ribalta – auto rilanciandosi – con lo spettacolo “Io sono il peggiore”, che tra le altre, ha fatto tappa anche al teatro Brancaccio di Roma. Un tour in cui presenta, tra le sue ampie e variegate riflessioni, anche la sua nuova “Chiesa dell’Altrove” (o “Altrovismo”) che ha fondato, ha detto, nel giardino di casa. Un nuovo credo “alla grillo” che si pone appunto “Altrove”, un luogo dove “tutte le domande sbagliate sono giuste e tutte le risposte giuste sono sbagliate”. Una sorta di misticismo grillino che sa sia di rinascita che di autocritica, ma anche di esperienze di vita che il comico racconta sul palco.
Eppure, nella capitale, più che di sceneggiatura e di battute al veleno è stata la politica – come poteva essere altrimenti – a farla da padrone, non solo per le tante questioni portate sul palco dall’ex leader dei pentastellati, ma anche perché volente o nolente, le figure che si sono accomodate sulle poltrone in platea non sono passate inosservate.
Giuseppe Conte (che si è anche guadagnato un abbraccio dalla star) e Alfonso Bonafede, gli uomini di punta del Movimento, erano lì, insieme all’ex militante grillino ed ex deputato Alessandro Di Battista. Una tappa che sa di riunione, di (quasi) unione di intenti e di ritorni di fiamma, soprattutto con la mistica figura di Di Battista che in un gioco di movimento nel Movimento, fa avanti e indietro tra abbandoni e temporanei capolini al momento del bisogno. Le voci dal partito si sono rincorse, appunto, fino al Brancaccio e dicono che da molti stellati di Battista sia stato evocato come la carta da giocare dei cinquestelle al nuovo corso del Partito Democratico di Elly Schlein. Un suo eventuale ritorno a grandi passi nel Movimento è stato indicato da molti seguaci come “la migliore risposta” per recuperare consensi tra i delusi (e fare qualche cattura a sinistra).
Ma agli occhi di molti, non è passato inosservato anche l’abbraccio tra Grillo e Conte, che fa immaginare a qualcosa di più di un “grazie per essere venuto”. Difatti, nelle prossime ore il fondatore del Movimento incontrerà l’ex premier per affrontare più di un tema, partendo dalle questioni di carattere economico- amministrativo, passando per il dibattito politico che imperversa in questi giorni – dalla guerra, ai migranti, fino alla crisi economica e finanziaria – e arrivando fino alla decisione sulla via da prendere. Del resto, c’è da decidere quale atteggiamento tenere sia nella polarizzazione dei temi, sia nei confronti dell’ormai ex alleato Pd, che però ora ha una nuova guida. I contiani sono divisi tra i battaglieri che rivendicano l’unicità e tra chi invece pende per una coalizione in opposizione. Dal canto suo Beppe Grillo si è dimostrato aperto verso la Schlein e non è detta quindi che la posizione del partito possa indirizzarsi in questo senso. Eppure, rimane il dubbio sull’eventuale ritorno di Alessandro Di Battista che invece tornerebbe in funzione anti Schlein.
Per ultimo, ma non meno importante, rimane appunto lui, Beppe Grillo. Nei giorni scorsi dal palco aveva lanciato l’ennesima provocazione: “Io mi sento come Gesù. Io sono stato tradito come Gesù. Ma come lui io non sono mica arrabbiato, come Gesù non lo fu con Giuda, sapeva che l’avrebbe tradito e disse ’così il giorno dopo risorgo e vinco’”. Uno spaccato del suo spettacolo che non sembra essere fine a sé stesso. Anzi.
Il passaggio, ma anche tutto lo spettacolo non solo rischia di essere un confronto diretto con la direzione del Movimento, ma anche un possibile ritorno a farne parte interamente e internamente. Forse laa perdita di appeal dei M5S ha fatto rialzare la testa al comico?

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