Esteri

HIGHLANDER ERDOGAN

di Martina Melli -


Turchia al ballottaggio. Come volevasi dimostrare, dato l’enorme peso di questa scelta politica, né Recep Tayyip Erdogan – in carica da 20 anni – né lo sfidante Kemal Kilicdaroglu si sono assicurati più del 50%. Dunque si torna al voto il 28 maggio prossimo. Con un’economia malconcia, tensioni nei rapporti con la Russia e con la NATO e timori per le sorti della democrazia, il Paese a questo turno elettorale si gioca il futuro prossimo e non solo. Lunedì pomeriggio, quando più del 99% dei voti sono stati contati, il consiglio elettorale ha dichiarato il vantaggio di Erdogan con il 49,46% dei voti, mentre Kilicdaroglu era al 44,79%. “Siamo chiaramente in testa”, ha detto il Presidente a una folla di sostenitori riuniti ad Ankara. “Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime” ha assicurato. È la prima volta in vent’anni, da quando è al potere in Turchia, che il capo dello Stato è costretto a un ballottaggio.
Kiliçdaroglu ha promesso la vittoria del suo schieramento il 28 maggio:“Se la nostra nazione chiede un secondo turno, lo accetteremo volentieri e lo vinceremo”, ha detto Kiliçdaroglu, circondato dai rappresentanti dei sei partiti della sua coalizione. “Dobbiamo assolutamente vincere e reinstaurare la democrazia in questo paese”. Per gli oppositori di Erdogan il voto di domenica rappresentava “una questione di vita o di morte”. Una riconferma del Presidente, secondo loro, porrebbe definitivamente fine all’indipendenza della magistratura, assesterebbe un colpo letale ai diritti umani e trascinerebbe la Turchia sull’orlo del baratro economico. Dopo essersi recato nel quartiere Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul, dove si è presentato con sua moglie Emine distribuendo denaro in contanti a dei bambini, il presidente turco è partito alla volta di Ankara per seguire lo spoglio. “A tutti è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci”.
“Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà, e durerà per sempre”, sono state invece le parole di Kilicdaroglu che ha votato nella capitale, dove sabato si è recato a omaggiare il mausoleo del padre della Repubblica di Turchia laica Mustafa Kemal Ataturk per chiudere la campagna elettorale.
Nel frattempo Erdogan veniva ripreso a pregare a Santa Sofia, che nel 2021 decise di riconvertire in moschea, come successe all’epoca della conquista ottomana di Costantinopoli.
Il conservatore, religioso e nazionalista Erdogan è stato primo ministro della Turchia dal 2003 al 2014 e presidente dal 2014 in poi. È diventato famoso come sindaco di Istanbul negli anni ’90 ed è stato acclamato nel primo decennio del nuovo millennio per aver portato la Turchia alla ribalta come potenza economica del mercato emergente.
Ma gli ultimi anni sono stati molto più impegnativi per il leader conservatore, le cui politiche economiche hanno innescato una crisi del costo della vita che ha visto i turchi lottare per permettersi beni di prima necessità.
In aumento poi le tensioni tra la Turchia e l’Occidente : sia le voci internazionali che quelle interne criticano il governo di Erdogan per l’attuazione di politiche sempre più autocratiche, come pesanti repressioni sui manifestanti, chiusure forzate di media indipendenti e drammatiche espansioni del potere presidenziale.

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