Cultura & Spettacolo

I CONSIGLI DEL LIBRAIO

di Redazione -


DI GABRIELE GRAZI

“Se il fato non ti fa ridere, vuol dire che non hai capito la barzelletta”

Ogni tanto un libro è così ricco di dettagli, sfumature, colori e profumi che leggerlo equivale a fare un viaggio nel paese di cui narra. Qui Lin ci conduce nel suo periodo indiano, precisamente di stanza a Bombay, Goa, per poi muoversi verso mille mete. E’ una storia sostanzialmente vera, o quantomeno l’autore ce la presenta come una sua autobiografia: australiano, si trova per varie vicissitudini nel circolo distruttivo della droga e delle rapine necessarie per sostenersi. Incarcerato, riesce ad evadere e si ritrova casualmente a Bombay, dove inizia una nuova vita. Ho usato il termine “si ritrova” ed è preciso, in quanto quello che succede in India è proprio un ri-trovarsi, una ripartenza catartica che gli permette di ri-trovare il proprio io e il proprio posto nel mondo – e la vita quando ti allinei in maniera positiva con essa tende a premiarti – conducendolo tra l’altro ad una splendida storia d’amore. Quello che mi ha colpito particolarmente, oltre allo splendido stile narrativo che permette un’empatia immediata non solo con il personaggio ma anche con gli ambienti pur a me estranei (piccolo inciso: sto già progettando il mio viaggio in India e una volta letto il libro sono sicuro farete altrettanto!) è la sua attitudine. Un’onestà intellettuale, una limpidezza nello sguardo che gli permette di raccontarci di tutto, slum, disperazione, povertà, mafia indiana, guerriglia, droghe, così come momenti alti, orizzonti di pensiero, amicizie, amori, slanci di solidarietà. E il tutto con un’assenza totale dell’ansia del giudicare, giudizio che troppo spesso turba, inquina un racconto. Qui siamo liberi di muoverci senza sentire il peso di un retropensiero, e quindi saremo leggeri, come una pantera in agguato nel folto della foresta, forte, veloce, puro istinto. Pensiamo all’atto dell’osservare: si traduce in prendere coscienza. L’osservazione presuppone un’interazione tra chi osserva e il sistema osservato. La realtà è quindi mutevole, cangiante, si muove e muta in conseguenza del punto da cui si osserva e da chi osserva. E questo procedimento è decuplicato nel momento in cui si cerca di raccontare i dati emersi dalla nostra osservazione. Libri di questo tenore ci aiutano nel formarci una valida scienza dell’osservazione e del racconto, rispettandone gli assunti e trovando al loro interno la giusta chiave di accesso alla realtà che così diventa la nostra. Ecco un passo del libro: “Non puoi distruggere l’amore. L’amore è ricerca appassionata di una verità diversa dalla tua; se lo vivi in modo sincero e totale, l’amore è eterno. Ogni atto d’amore, ogni impulso del cuore verso l’esterno, è una parte del bene universale: è una parte di dio, o di ciò che chiamiamo dio, e non può mai morire”. Un consiglio su come leggerlo: vestitevi comodi sistemandovi su una quantità smodata di cuscini colorati, inspirate ed espirate con calma in ogni passaggio della lettura, accendete un incenso, o fate bollire qualcosa di caldo, o fumate… insomma circondatevi di una nuvola di effluvi in modo che il vostro sguardo si potrà fare ancor più acuto e profondo per penetrare la nebbia creata intorno a voi. Come dice Lin, se il fato non ti fa ridere, vuole dire che non hai capito la barzelletta.

Torna alle notizie in home