Esteri

I nuovi muri

di Ernesto Ferrante -

VLADIMIR PUTIN


Giornata della Vittoria di guerra per Vladimir Putin. Il presidente ha voluto dare un segnale forte all’esterno con la presenza a Mosca dei leader di sette Paesi della Comunità degli stati indipendenti (Kazakistan, Uzbekistan, Armenia, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan, Bielorussia), sulla cui presunta “freddezza” verso lo “zar” gran parte della stampa occidentale ha versato fiumi di inchiostro. Più ridotti rispetto al passato sono stati i “tempi”. L’intervento del leader è durato una decina di minuti, l’intero evento meno di cinquanta.
Grandi schermi sono stati installati in diversi punti della capitale per consentire alla gente di seguire la cerimonia senza riversarsi nel centro. Prima delle immagini della parata, sono state trasmesse quelle di archivio della Grande guerra patriottica. Cancellata la sfilata del “Reggimento immortale”. Per il secondo anno consecutivo gli aerei militari non si sono levati in volo. Hanno sfilato mezzi militari ma non carri armati, se si esclude lo storico T-34.
“Una guerra reale è stata nuovamente intrapresa contro la nostra patria, oggi la civiltà si trova in un punto critico. Siamo orgogliosi di chi prende parte all’operazione militare speciale. Il futuro di tutti dipende da voi”, ha dichiarato Putin. “Vogliamo avere un futuro di pace, libertà e stabilità”, ha poi sottolineato nel suo discorso, accusando “i nostri nemici di voler arrivare alla disintegrazione e distruzione del nostro Paese” e citando i partigiani che hanno combattuto contro il nazismo, i soldati americani, britannici e di altri Paesi. Tributo alla memoria dei cinesi caduti contro l’impero giapponese. “L’Ucraina, ha ripetuto ancora una volta, è diventata ostaggio di un colpo di stato e del regime criminale formato dai suoi padroni occidentali e un pezzo di scambio nell’attuazione dei loro piani crudeli ed egoisti”.
Pesante l’attacco ai centri di potere occidentali: “Ogni ideologia di superiorità è intrinsecamente disgustosa, criminale e mortale. Tuttavia le elite globaliste occidentali parlano ancora della loro esclusività, frenano le persone e dividono le società, provocano conflitti sanguinosi e rivolte, seminano odio e russofobia, nazionalismo aggressivo e distruggono i valori della famiglia tradizionale che fanno di una persona tale”.
Rabbiosa la reazione di Kiev. “Bugie, una parata e… Putin con complici e osservatori sugli spalti dell’ipocrisia. Prima di radunarsi per la ‘parata degli assassini’ del Cremlino, la Russia ha lanciato di notte 25 missili da crociera (15 dei quali su Kiev) contro le pacifiche città ucraine. In un malizioso tentativo di ‘liberare’ i civili della vita, della libertà e delle loro case”, ha twittato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak. “Immorale e ostile”. L’Ucraina ha bollato in questo modo la decisione di partecipare alle celebrazioni del premier dell’Armenia e dei leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. In una nota il ministero degli Esteri ucraino ha parlato di “passo immorale e ostile nei confronti dell’Ucraina” che mostra “disprezzo nei confronti della popolazione ucraina che sta lottando per la sopravvivenza e la libertà”. Questi Paesi, si legge, “non meritano di essere utilizzati adesso dal Cremlino per partecipare a un’azione falsa che non ha nulla a che vedere con l’impresa dei vincitori sul nazismo”.
Un gruppo di manifestanti filo-ucraini ha impedito all’ambasciatore russo in Polonia, Sergei Andreyev, di deporre una corona di fiori nel cimitero di Varsavia in omaggio ai soldati sovietici caduti nella seconda guerra mondiale. Andreyev, accompagnato da altri membri dell’ambasciata, era giunto sul posto per commemorare “i soldati dell’esercito sovietico morti per liberare la Polonia dall’occupazione tedesca”.
E’ pessimista sulle prospettive di pace, nell’immediato, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Purtroppo al momento non sono possibili negoziati di pace. Entrambe le parti sono convinte di poter vincere”. Sorpresa per le sue esternazioni a El País, è stata espressa da Mikhaylo Podolyak.
“E’ alquanto sorprendente la dichiarazione di Guterres secondo il quale ’in questo momento non è possibile la pace in Ucraina’, perché la pace sarebbe possibile se all’aggressore si ricordassero gli articoli della Carta delle Nazioni Unite e si chiedesse ’cortesemente’ di lasciare il territorio straniero”, ha cinguettato il consigliere presidenziale ucraino.

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