IA e patrimonio culturale: esperti a confronto in Parlamento
‘Confusione’ o ‘disgusto’, sarebbe questo il significato di ‘διατροπή’, tra le prime parole decifrate sul rotolo ‘PHerc. 172’, uno dei tre papiri rinvenuti nel sito di Ercolano e conservati presso la Biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford da un team di ricercatori del progetto Vesuvius Challenge, iniziativa che premia con ingenti somme pecuniarie sviluppatori in grado di migliorare le tecniche di lettura degli antichi manoscritti.
Sepolto dalla cenere del Vesuvio durante l’eruzione del 79 d.C., il papiro proveniente dalla villa di Lucio Calpurnio Pisone suocero di Giulio Cesare ed attribuito al filosofo epicureo Filodemo di Gadara (110-35 a.C.) rappresenta, senza dubbio, una delle testimonianze più preziose del pensiero greco-latino: permetterebbe non solo il recupero idee e concetti del mondo classico, ma potrebbe rivelare dettagli inediti su autori ed eventi storici finora sconosciuti.
L’analisi di questo vasto documento, lungo ben 10 metri, carbonizzato e sigillato per quasi due millenni, costituisce, pertanto, una straordinaria svolta resa possibile, tuttavia, solo grazie all’ausilio ed utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che, dopo aver svelato dove è sepolto Platone, ha mostrato una parte considerevole, ovvero le ultime 26 righe di alcune colonne: senza comprometterne l’integrità, il software, già usato per recuperare testi medievali cancellati, ha srotolato virtualmente il papiro bruciato, riconoscendo le tracce di inchiostro invisibili a occhio nudo.
Quello appena citato è solo un esempio di come e quanto l’IA stia trasformando irreversibilmente il mondo dell’arte e della sua fruizione attraverso opere digitali sempre più sofisticate destinate, di conseguenza, ad impattare trasversalmente su settori altrettanto strategici della nostra economia, come quello del turismo e dell’industria: secondo uno studio commissionato da Google, l’adozione su larga scala dell’IA generativa potrebbe portare un incremento del PIL italiano tra i 150 e i 170 miliardi di euro annui nei prossimi dieci anni, pari a una crescita complessiva dell’8%. Ed è proprio sulla base di questa prospettiva che il Centro Studi Avanzati per l’Intelligenza Artificiale (CSAIA) ha organizzato un’importante giornata di confronto, che si terrà a Roma il 25 febbraio, presso la Sala della Regina a Montecitorio, con un focus, moderato dalla giornalista Alina Trabattoni (London School of Economics – Cambridge University, London) incentrato proprio sull’intersezione tra intelligenza artificiale e arti visive attraverso il coinvolgimento dei massimi esperti di settore tra cui: Paola Arena (Yookye, Roma), Carlo Pizzichini (Accademia Belle Arti di Brera, Milano), Anita Valentini (Associazione culturale ModoFiorentino, Roma), Davide Mezzino (Università IULM, Milano), Sergio Bellucci (University for Peace – UN Mandated University, Roma).
L’ “IA e la rivoluzione nell’arte del terzo millennio” è però, solo uno dei 3 focus dell’evento che rappresenta un’occasione unica per comprendere il futuro della nostra economia, nonchè le possibili implicazioni sociali e culturali.
Il programma completo del convegno, disponibile sul sito del Centro Studi Avanzati per l’Intelligenza Artificiale prevede, infatti, altri due focus dedicati alla medicina e alle biotecnologie oltre che all’attualissimo tema della cybersecurity con la partecipazione di esperti provenienti dai principali ambiti di applicazione dell’IA: introdurranno i lavori il Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè, il presidente CSAIA Pier Paolo Maria Menchetti, il presidente del Comitato scientifico CSAIA Massimo Midiri (rettore Università di Palermo), il segretario dell’Accademia Pontificia per la Vita Don Andrea Ciucci.
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