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Il Corsica Gate: Macron apre all’autonomia ma si alzano le barricate

di Ernesto Ferrante -


Una riforma costituzionale per consentire alla Corsica di ottenere l’autonomia, prevedendola nella Costituzione francese. Il presidente francese Emmanuel Macron, la cui stella brilla sempre di meno, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, annunciando di essere “favorevole” a un “riconoscimento” delle specificità corse “all’interno di un articolo della Costituzione”.
“Dobbiamo avere l’audacia, ha detto Macron ad Ajaccio davanti all’Assemblea controllata dai nazionalisti, di costruire un’autonomia alla Corsica all’interno della Repubblica”.
La strada individuata per arrivare al traguardo, è quella di “progetto di legge organico” che dovrà consentire di creare “questa autonomia né contro lo Stato, né senza lo Stato”. Occorreranno dei negoziati che portino alla conclusione di un accordo prima dell’iscrizione della revisione costituzionale sullo statuto della Corsica.
“La Corsica, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, ha bisogno oggi di più libertà”. Bisogna uscire dalla situazione attuale “di incomprensione e di risentimento” fra i corsi e il continente, superando “una nuova tappa”.
Con il nuovo statuto, il leader transalpino auspica fra l’altro che “la lingua corsa possa essere meglio insegnata” e “posta al centro della vita corsa”, con un “maggiore spazio nella vita pubblica”. Sono stati concessi “sei mesi” di tempo a governo e parlamentari corsi per concordare un “testo costituzionale”, un “gesto di riconoscimento indispensabile” per “la singolarità della sua insularità mediterranea e del suo rapporto con il mondo”.
La volontà macroniana rischia però di scontrarsi con i numeri a sua disposizione. Qualsiasi emendamento costituzionale che non venga sottoposto a referendum, deve ottenere a Parigi i tre quinti dei voti dei parlamentari francesi. Un’impresa ardua, vista la maggioranza solo relativa su cui può contare all’Assemblea nazionale e il Senato a “trazione destrorsa” decisamente contrario a concessioni di questo tipo.
La presidente autonomista dell’Assemblea corsa, Marie-Antoinette Maupertuis, ha posto l’accento sull’immenso “sentimento di espropriazione” diffuso tra i giovani isolani.
Gilles Simeoni, presidente autonomista dell’esecutivo corso, ha assicurato che “lo statuto autonomo che chiediamo sarà parte della Repubblica francese”, elencando cinque obiettivi precisi: riconoscimento storico, sociale, economico, democratico, con il rifiuto di qualsiasi pressione della criminalità organizzata.
La svolta, per ora solo promessa, ha fatto molto rumore dalle parti di Pontida, solleticando gli appetiti del Carroccio. “Confesso che in un primo momento ho letto le notizie di queste ore e su due piedi ho pensato ad una bufala, invece è tutto vero. Perfino un Paese storicamente centralista come la Francia guarda all’autonomia come innovazione nell’interesse dei cittadini, volta a salvaguardare le tradizioni di quei territori e ad assicurare più libertà”, ha affermato il ministro per gli Affari regionali e l’autonomia, Roberto Calderoli.
“Un’iniziativa, ha proseguito Calderoli, che ricalca in pieno i principi di quello che stiamo facendo come Governo italiano, con il nostro disegno di legge sull’autonomia differenziata. La cosa curiosa è che, mentre dalle nostre parti l’autonomia è una riforma per alcuni da avversare, nella Francia di Macron è lui stesso a proporla come una riforma storica. Se la condivide perfino Macron, è un segnale significativo”.

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