Esteri

Il giorno dei “falchi”: il gabinetto di sicurezza israeliano valuta l’occupazione di Gaza

Netanyahu sfida tutti

di Ernesto Ferrante -


Il gabinetto di sicurezza israeliano è riunito per discutere l’eventuale piano di occupazione della Striscia di Gaza. Crescono, nel frattempo, i malumori tra le Idf, con in testa il capo di Stato maggiore Eyal Zamir, che ha messo in guardia il governo dal rischio di finire in un “buco nero”, e la pressione da parte della comunità internazionale e delle famiglie degli ostaggi.

Netanyahu non vuole arretrare su Gaza

Il premier Benjamin Netanyahu, incurante di tutto, ha confermato l’intenzione di procedere. In un’intervista a Fox News, Netanyahu ha affermato “intendiamo farlo” rispondendo alla domanda se lo Stato ebraico avesse intenzione di assumere il controllo di tutta la Striscia.

L’ambasciatore britannico in Israele, Simon Walters, ha parlato di “un errore enorme”. “Le Idf hanno fatto tutto il possibile a Gaza, non otterranno di più continuando a combattere”, ha dichiarato l’ambasciatore ai giornalisti israeliani, aggiungendo: “Prolungare ulteriormente la guerra porterà semplicemente a più morti: soldati, palestinesi e, probabilmente, ostaggi”. Walters ha concluso che è possibile estromettere Hamas solo attraverso “la politica e la diplomazia, e dando ai cittadini di Gaza un’autorità alternativa ad Hamas”.

L’insurrezione degli scrittori britannici e irlandesi

Oltre 200 scrittori britannici e irlandesi hanno firmato una lettera aperta in cui chiedono un boicottaggio “immediato e completo” di Israele, “finché la popolazione di Gaza non sarà adeguatamente rifornita di acqua potabile, cibo e medicinali, e finché tutte le altre forme di soccorso e necessità non saranno ripristinate per la popolazione di Gaza sotto l’egida delle Nazioni Unite”.

“Invocando e osservando questo boicottaggio, hanno proseguito i sottoscrittori della missiva, affermiamo senza riserve la nostra assoluta opposizione e il nostro disprezzo per l’antisemitismo, i pregiudizi antiebraici e antiisraeliani. Rifiutiamo e aborriamo gli attacchi, l’odio e la violenza – in forma scritta, orale e concreta – contro il popolo palestinese, israeliano ed ebraico in ogni sua forma.

“Siamo solidali con la resistenza del popolo palestinese, ebraico e israeliano alle politiche genocide dell’attuale governo israeliano. Prendiamo atto che importanti e rispettati gruppi israeliani ed ebrei in Israele e in altri paesi, tra cui molti dei nostri colleghi scrittori, hanno recentemente chiesto sanzioni gravi e incisive contro le istituzioni israeliane, a cui aggiungiamo, e solo contro, individui oggettivamente colpevoli. Il boicottaggio è l’unica sanzione che un individuo può applicare”, si legge ancora nell’appello.


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