Attualità

L’IDENTITÀ UNIVERSALE – Il messaggio di Francesco tra Pascal e Plutarco

di Andrea Canali -


Il Santo Padre, nel messaggio ai partecipanti all’incontro con le istituzioni e gli organismi di sostegno alla Chiesa in America Latina, in corso a Bogotá fino all’8 marzo, si esprime di nuovo sulla annosa tematica del denaro in rapporto con il messaggio cristiano e con la modernità. Con la profonda riflessione tutto ciò che abbiamo,dice, “ci è stato dato gratuitamente”. Mentre quale è la risposta alla domanda: “Cosa ci dà il Signore”, è facile. “Ci ha dato tutto – afferma Francesco -. Ci ha dato la vita, la creazione, l’intelligenza e la volontà di essere padroni del nostro destino, la capacità di relazionarci con Lui e con i fratelli. Inoltre, ci è stato dato Lui stesso infinite volte”, fino al sacrificio in Croce e al dono dell’Eucaristia e dello Spirito Santo. Tutto ciò che abbiamo, prosegue il Papa, o è Lui stesso o è una manifestazione del suo amore. E ancora, si chiede: ma dove Dio si dà a noi? Francesco osserva che fin dalla creazione il Signore ha preso “il nostro fango nelle sue mani”, ci ha amati nelle nostre infedeltà e nei nostri peccati. “Dio – scrive – si dà, in una parola, in mezzo al suo Popolo” e il nostro dare non può non tener conto di questo. Non evitiamo quindi chi è cieco, chi resta a terra sul ciglio della strada, chi è coperto di lebbra o di miseria, piuttosto chiediamo al Signore di essere capaci di vedere ciò che impedisce loro di affrontare le proprie difficoltà. Infine, il Signore si dà a noi “sempre e totalmente”, senza limiti, aspettandoci e perdonandoci sempre, facendosi povero per arricchirci. Questo è ciò che Dio fa. Pertanto, possiamo concludere che la gratuità è imitare il modo in cui Gesù si dona a noi, suo Popolo, sempre e totalmente, nonostante la nostra povertà. E perché? Per amore. Perché, come direbbe Pascal, “l’amore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”
In conclusione, nelle sue esortazioni, il Papa ripropone le parole sulla carità di San Paolo che nella sua prima lettera ai Corinti recita: “Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”, per affermare che “l’amore non ha un’agenda, non colonializza, ma si incarna, diventa uno di noi, meticcio, per rendere nuove tutte le cose”. Allora lo sforzo di dare, come fanno le istituzioni e gli organismi di aiuto alla Chiesa in America Latina a cui sono indirizzate le parole del Papa, “non è inutile”, è imitare Gesù, e abbracciare la croce “non è segno di fallimento” ma significa unirsi alla sua missione con umiltà a prescindere dal vil denaro, sicuramente necessario nella società odierna, ma che non dovrebbe mai diventare il fine dell’esistenza stessa.
D’altronde, già il filosofo Plutarco affermava: “Ho scelto l’uomo simpatico invece che l’uomo ricco. Preferisco un uomo senza denaro al denaro senza uomo”. Già prima del cristianesimo quindi vi era una attenzione nel mondo ellenico per l’uomo in quanto essere, ed in quanto tale, al di sopra di tutte le cose. In seguito, anche Sant’Agostino affermava oltre al fatto che il denaro appunto, fosse lo sterco del demonio, finanche: “ll denaro è rotondo per significare che non sta mai fermo, che gira e fugge sempre”. Sembra quasi una esortazione a non vivere inseguendo la bramosia e l’avidità.


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