Politica

Il Pd secondo Schlein. Muro contro Meloni sì al termovalorizzatore

di Edoardo Sirignano -

ELLY SCHLEIN POLITICO


Un mese di ferie per non dire niente. Oltre un’ora di conferenza stampa per confermare poltrone e posizioni datate. Dai diritti all’ambiente, è “restaurazione” tra i corridoi del Nazareno.

L’inceneritore della discordia

L’unica novità del primo incontro di Schlein con i giornalisti è la rottura con Conte. Il Pd non voterà l’ordine del giorno sull’inceneritore di Roma. La segretaria difende il primo cittadino della capitale, dimenticandosi di quanto predicato durante il congresso. “A noi interessa – sottolinea – accompagnare l’amministrazione, che ha già fatto una scelta. Sosteniamo un piano rifiuti voluto prima delle primarie”.

Stesse facce, stessi temi

La verità è che Elly non può dire no a quei signori che le hanno consentito di prendere il posto di Letta. Manca il solo Vincenzo De Luca, solo perché non gli viene autorizzato il desiderato terzo mandato. Basta guardare, d’altronde, dietro le telecamere per notare le solite facce a dettare il copione. C’è il sempre presente caschetto della Serracchiani, che in disparte manda “sms” verso il palco e la Sereni, che alle spalle del portavoce Alivernini, verifica, che quanto suggerito da Franceschini e compagni, venga ripetuto per filo e per segno. Non deve cambiare nulla. L’importante è fermare compatti il nemico fascista. Non a caso la prima riunione dell’esecutivo si svolgerà domani a Riano, in onore di Matteotti. Bisogna farsi trovare pronti in vista del 25 aprile. Non si può lasciare la “piazza rossa” di Milano al primo grillino che capita, come accaduto a Firenze. Ecco perché la finta operaia, dopo la cena con gli artisti pariolini e aver accusato Lollobrigida di “voler cambiare la storia”, riprende i cavalli di battaglia tanto cari ai progressisti. Non può esimersi, ad esempio, dal difendere l’intoccabile reddito di cittadinanza. “Noi ci siamo opposti – evidenzia Elly – alla guerra del governo contro i poveri. Lo strumento è certamente migliorabile (ennesima stoccata ai pentastellati, ndr), ma ha aiutato il Paese. Non basta uno spezzatino di misura. Ci vuole cautela e attenzione. Dal 2024, l’esecutivo taglia il 20 per cento delle risorse ai ceti meno abbienti”.

Il guanto di sfida a Giorgia

A proposito di fondi, la prima inquilina del Nazareno, pur dichiarandosi pronta a collaborare, ovviamente solo a parole, critica la linea adottata da Palazzo Chigi. “Lo scaricabarile – evidenzia – dopo sette mesi non regge. Basta dare la colpa ai governi precedenti e all’Ue. Il 40 per cento degli investimenti deve essere destinato al Sud, a quanto serve per favorire l’occupazione femminile e ridurre i divari di genere e generazionali”. Secondo i dem, il centrodestra intende lasciare sole le Regioni, a partire dalla sanità: “Sono stati fatti dei tagli – spiega la segretaria – che si traducono in un restringimento dei servizi alle persone. Serve un intervento che non c’è stato né in manovra, né nel Def. Assistiamo a una pericolosa regressione sui territori. Spero che si ascolti un grido di allarme”. A proposito di emergenze, l’opposizione esorta la maggioranza a cambiare linea sull’immigrazione. “Con il decreto Cutro, che faccio fatica a chiamare così per rispetto a quella strage, il governo cerca di portare l’Ungheria in Italia, smantellando il sistema di accoglienza diffusa. Quello che stiamo vedendo è peggio dei decreti Salvini. Ci batteremo contro l’abolizione della protezione speciale. Mi auguro che Meloni abbia capito di aver detto una bugia. Sono 18 i Paesi che hanno questa forma di protezione”.

La bugia sull’utero in affitto

Il dire per non dire caratterizza anche il dibattito sull’utero in affitto. Schlein sostiene di essere favorevole alla gestazione per altri, ma di non aver inserito il tema nel programma della mozione per non urtare le diverse sensibilità. Sull’argomento esiste una vera e propria spaccatura tra cattolici e non. Lo scaricabarile della prima inquilina del Nazareno, intanto, non soddisfa quel mondo che Lgbt che l’ha sostenuta al congresso e di cui fino a qualche mese fa era paladina. “La segretaria del Pd – sostiene Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito Gay – decide di non decidere sui temi su cui si aspettava un cambiamento. Non si è espressa né sulla protesta, richiesta da noi per primi, sull’obiezione dei sindaci per riconoscere i figli delle coppie di uomini e di donne, né ha manifestato una posizione sulle Gpa. Stesso discorso, d’altronde, vale sia per l’inceneritore di Roma che sull’Orsa JJ4”. Non sarà, quindi, semplice, trovare un punto di convergenza con la sinistra e gli alleati in vista delle europee. La intese programmatiche, auspicate da Elly, come dimostrano le prime uscite, saranno un cammino tutto in salita per chi con i suoi presunti amici sembra non condividere quasi nulla.

La finta luna di miele

Se non c’è un programma chiaro e soprattutto se non si riesce a trovare una proposta che possa mettere d’accordo un campo largo, il nuovo volto del socialismo europeo non potrà spuntarla su Giorgia. Non basterà al Pd avere 20mila iscritti in più per attestarsi come faro della coalizione, così come non sarà sufficiente dare un milione di euro ai circoli per battere il centrodestra alle europee. In questo modo il gotha del Nazareno si riprenderà soltanto le truppe cammellate di sempre. La sinistra, però, non avrà quelle energie necessarie per attrarre militanza, per diversificarsi o meglio ancora per convincere quell’elettorato che preferisce astenersi pur di non votare chi predica bene e razzola male. La conclusione è una sola: il mese di vacanza per Elly non porta l’auspicata chiarezza. Rafforza, al contrario, le mozioni, spacca la coalizione e genera confusione sui temi. “Così – conclude, senza farsi ascoltare, un onorevole piddino di serie b – perderemo per altri venti anni”.

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