Editoriale

Il senso della misura

di Adolfo Spezzaferro -


Ci sono due verità banali e banalizzate che ritornano eternamente nei discorsi, sia quelli profondi, mirati, sia nelle chiacchiere da bar. “L’uomo è misura di tutte le cose” e “La mia libertà finisce dove comincia quella dell’altro”. Spesso, nell’epoca dei social, ci imbattiamo in questi due concetti, magari a corredo di foto al mare o in bagno (ma questo è un altro problema). E tutti li diamo per assodati, per buoni. Tuttavia – qui casca l’asino – sono due verità complementari a patto che siano legate a doppio filo da un concetto cardine: il senso della misura. Oggi sempre di più ci imbattiamo in discorsi, posizioni, personaggi vari, fino ai potenti del mondo che sono la dimostrazione palese del fatto che si sia smarrito il senso delle proporzioni. Se l’uomo è misura di tutte le cose, per esserlo coscientemente deve avere coscienza della misura, di cosa sia il limite. Questa parola non è brutta e cattiva, ma è bella e buona. Il limite è anche un confine. Tanti amano definirsi cittadini del mondo, appartenenti alla tribù umana universale, al di là di fede, razza, idee politiche, conto in banca, gusti sessuali.
Tutto bellissimo, per carità. Ma la condizione necessaria e sufficiente per fare i cosmopoliti senza apparire degli scappati di casa è riconoscere i propri limiti – che poi sono i confini delle nazioni, altro che villaggio globale. Così come essere coscienti di chi siamo – l’identità (che coincidenza… è la nostra testata).
A sentire certe sparate, come quella del presidente francese Emmanuel Macron, che vorrebbe inviare militari Nato a combattere al fianco degli ucraini nel Donbass contro la Federazione Russa, è chiaro che questa storia del senso della misura smarrito ci è pericolosamente sfuggita di mano.
Come se non bastasse, anche quello che è ancora l’uomo più potente del mondo – il presidente degli Stati Uniti Joe Biden – ha fatto un discorso sullo Stato dell’Unione guerrafondaio, pericolosissimo, senza alcun senso delle proporzioni. Voi direte che lui può perché l’esercito Usa è il più forte al mondo. Vero, ma non è detto che ciò basti come deterrente a salvarci da un terzo conflitto mondiale. Sappiamo che Sleepy Joe se ne infischia della libertà di chi non è amico degli Usa.
Ma nel mondo multipolare, se grandi potenze che ritengono che la loro libertà strategica non debba essere “invasa” dagli Usa decidessero di raccogliere le provocazioni degli “esportatori di democrazia e libertà” a suon di bombe, le cose si metterebbero male. Smisuratamente male.


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