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Attualità

“Il silenzio dentro”: le voci delle carceri nel libro di Francesca Ghezzani

Oltre trenta testimonianze sulla realtà bollente dietro le sbarre

di Angelo Vitale -


“Il silenzio dentro. Quando raccontare diventa un atto di giustizia”: Francesca Ghezzani entra nelle carceri italiane. Nel libro di Swanbook Edizioni, le voci crude di detenuti, ex reclusi ed esperti. Un libro-inchiesta che illumina le ombre del sistema penitenziario. storie vere che sfidano pregiudizi e spingono al cambiamento.​​

Il silenzio dentro

Tutto inizia il 20 aprile 2023. Francesca Ghezzani, giornalista tv e radio con oltre 20 anni di carriera, varca i cancelli di una casa di reclusione per un reportage televisivo. “La perquisizione e la sensazione di trovarmi impotente senza i miei oggetti personali, come fossi nuda”. Riceve sguardi timidi, spigolosi, difensivi.

L’autrice – Premio Donna Territorio 2024 e Omaggio a Pasolini 2025 – è fondatrice, con altre, di Constructive Network Aps e adotta il giornalismo costruttivo: denuncia problemi e evidenzia soluzioni. Da allora comincia a raccogliere interviste. Evita il buonismo e la politica, filo conduttore l’articolo 27 della Costituzione.

Voci potenti, testimonianze squarciano il silenzio

Nelle pagine de “Il silenzio dentro”, oltre 30 interviste sul tema delle carceri. Alessio Scandurra, coordinatore di Antigone, rivive la sentenza Torreggiani del 2013: “Oggi stiamo tornando ai numeri di allora”. E analizza il sovraffollamento post-riforme e la crescita degli ingressi in carcere.

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Don Luigi Ciotti parla di fede dietro le sbarre. Criminologi come Anna Palermo e Rosa Francesca Capozza esplorano la devianza giovanile. Ex dirigenti Dap come Enrico Sbriglia e magistrati come Santino Mirabella svelano speranze e fallimenti degli ultimi anni. Imprenditori come Oscar La Rosa illustrano l’upcycling e il valore sociale del lavoro dei ristretti.​

I temi caldi

Nel libro, la bollente realtà delle carceri. Il sovraffollamento, i suicidi, le aggressioni in aumento. Un focus sui carceri minorili, sulle madri detenute, sulle dipendenze mentali vissute in una cella. E spazio alla psicologia penitenziaria, alla grafologia anticrimine, all’IA nel processo penale.

La prefazione, la postfazione

Assunta Corbo scrive di “una urgenza di esplorare questi mondi paralleli che custodiscono esistenze umane, un atto di giustizia narrativa“.

Claudio Ardigò vede raggiunto “l’obiettivo di superare i pregiudizi toccando temi spesso ignorati. Non si giudica un libro dalla copertina, così non le persone senza conoscere le storie“.​

Un libro specchio della società

Voltaire diceva: “Non fatemi vedere i vostri palazzi, ma le vostre carceri, poiché da esse si misura il grado di civiltà di una nazione”. Per Francesca Ghezzani, non una discarica umana ma un investimento sociale. Il suo libro, uno strumento per provare a cambiare il nostro sguardo.


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