Politica

In Abruzzo è sfida nella sfida

di Giuseppe Ariola -


Sarà una sfida nella sfida quella che si contenderanno domenica Marco Marsilio e Luciano D’Amico per la guida dell’Abruzzo. Oltre a quella tra l’uscente del centrodestra e il candidato del campo largo che va dai grillini a Renzi e Calenda, il confronto sarà, anche tra governatori in carica che saranno presenti alle chiusure della campagna elettorale: Acquaroli delle Marche, Tesei dell’Umbria e Rocca del Lazio contro Tedde della Sardegna. Una mossa quest’ultima forse di buon auspicio ma di certo strategica per un Giuseppe Conte sempre più ingombrante che prova a mettere il cappello anche su questa seconda regione con l’involontaria complicità sia di Elly Schlein, la cui azione politica si conferma eccessivamente timida, sia dell’indecisione di Carlo Calenda che continua a stare con un piede dentro e uno fuori dallo schieramento. “Io credo che il campo largo non esista neanche tra Pd e Movimento 5 Stelle. Non credo che queste coalizioni riescano a governare l’Italia”, è la posizione del leader di Azione che ribadisce di sostenere D’Amico non alla luce di un’intesa politica, per le sue qualità e la sua impronta liberale. “Questa è l’unica ragione – chiosa – ed è la ragione per cui sosteniamo Occhiuto che è un liberale moderato di centrodestra in Calabria”. Una posizione che porge il fianco alla facile controffensiva del centrodestra su tema già toccato nel corso del comizio a Pescara da Giorgia Meloni che è tornata sul refrain della coalizione “sta insieme per scelta, non per interesse”, a differenza di quanto avviene a sinistra dove “sono tutti alleati ma si vergognano a dirlo”.

Ma in questa competizione potrebbe ravvedersi un terzo elemento di sfida, quello tra maggioranza e opposizione. Un 2-0 nell’amministrazione delle autonomie consentirebbe alla minoranza in Parlamento di chiudere in bellezza il girone di andata in vista della contesa nelle altre tre regioni chiamate al voto ad aprile e dell’eventuale spareggio alle europee. In questo caso però, a differenza di quanto accaduto in Sardegna, dove il presidente del centrodestra in carica Solinas è stato sostituito in corsa dal meloniano Truzzu, Marsilio è stato riconfermato, forse nel recupero, ma comunque nei tempi regolamentari per affrontare la campagna elettorale. Premesse politicamente determinanti per l’appuntamento abruzzese che si presenta come decisivo per capire se quello sardo è stato o meno solamente un incidente di percorso.


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