Cultura & Spettacolo

IN LIBRERIA – Manca un pezzo al puzzle di Allende

di Eleonora Ciaffoloni -


Due storie, due famiglie, due mondi e due epoche: tutto si intreccia nel nuovo e ultimo romanzo di Isabelle Allende “Il vento conosce il mio nome” tradotto da Elena Liverani e edito da Feltrinelli (2023). Una storia di due bambini, che condividono un triste trascorso che inizia con uno sradicamento: dal proprio territorio, dai propri affetti, dalla vita vissuta fino a quel momento.
È la storia Samuel Adler che a sei anni, nel 1938, perde tutto e anche il padre, durante la Notte dei cristalli. La madre ormai sola, per salvarlo, lo mette su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra dove inizierà una nuova fase della sua vita in compagnia solo del suo violino. Ma è anche la storia di Anita Dìaz che nel 2019, a sette anni, sale su un altro treno con la madre per sfuggire dai pericoli imminenti nel Salvador, per cercare un rifugio negli Stati Uniti. Lì però, in un centro di accoglienza a Nogales, viene divisa dalla madre in nome delle nuove leggi sulla migrazione.


Una storia che inizia, come ci ha quasi sempre viziato Isabelle Allende, in modo travolgente: le trame intrecciate raccolgono l’attenzione del lettore. La penna dell’autrice sudamericana non ha perso la sua verve, tuttavia, andando avanti con le pagine e con gli eventi, l’effetto calamita tende ad affievolirsi, rendendo il proseguo a tratti un po’ confuso.
Eppure, gli elementi caratteristici della Allende ci sono tutti: dalla famiglia, alla solitudine, alla violenza, fino alle guerre e alle tensioni sociali.
Questa volta però – anche rispetto al libro “Violeta” che ci aveva catturato come una prima volta – sembra non esserci quel tocco magico e quella capacità di affabulazione e di coinvolgimento che sono peculiarità della meravigliosa Allende. Rispetto a tanti altri suoi scritti la sensazione è quella di essere all’interno di una storia tra lo scontato e l’inverosimile, senza però avere quella tentazione di arrivare prima possibile alla pagina successiva.
Di certo, la scrittura della Allende rimane magistrale, ma stavolta il puzzle non si incastra alla perfezione. Le aspettative, di certo, sono sempre altissime quando ci si affaccia su un suo nuovo romanzo, ma stavolta sono state disattese.


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