Attualità

Indagato per violenza e minacce il politico pugliese Morgante

di Redazione -

Luigi Morgante


Sono gravi e decisamente pesanti le accuse rivolte all’ex consigliere regionale pugliese e attuale vicesegretario nazionale di Noi Moderati, Luigi Morgante. Si va dalle minacce e dalle molestie alla violenza nei confronti di una donna incinta. Reati contestati al politico dalla procura di Bari che, a conclusione delle relative indagini, ha confermato le accuse nei confronti di Morgante. Secondo quanto riportato dall’atto di conclusione delle indagini, i presunti episodi violenti e persecutori di cui sarebbe stata vittima una donna di Altamura nel 2023, che con la sua denuncia ha dato il via agli approfondimenti giudiziari, sarebbero stati finalizzati a ottenere l’interruzione di una gravidanza indesiderata. Da qui le minacce, anche di morte, poi culminate in diverse aggressioni fisiche per indurre la donna ad abortire, come riportano le carte dell’inchiesta firmate dalla pm Silvia Curione. Nei mesi la situazione sarebbe degenerata, diventando sempre più insostenibile e condita addirittura da minacce relative anche alla figlia della donna. Morgante avrebbe infatti paventato di rivolgersi al tribunale dei minori affinché le venisse tolta la patria podestà sia della primogenita che del bambino di cui la donna era incinta. La difesa del politico di Manduria, che adesso ha 20 giorni di tempo per produrre una propria memoria o per chiedere che Morgante venga ascoltato dai magistrati, respinge ogni accusa, precisano in una nota gli avvocati, Anna Leone e Leonardo Andriulo, che definiscono il loro cliente come una “persona integerrima e di alto profilo civile”. “Lo stesso – aggiungono i legali – non ha mai posto in essere alcun comportamento persecutorio e/o di stalking, né tanto meno ha mai usato violenza fisica e/o psichica nei confronti della querelante. Teniamo a precisare – prosegue ancora la nota degli avvocati – che giammai è esistita una relazione sentimentale ed anzi, il nostro cliente è stato bersaglio di minacce, atti persecutori, tentativi di estorsione e attività diffamatorie da lungo tempo”. E anzi, annunciano di aver già provveduto con “una formale denuncia-querela per i predetti fatti presso la Procura di Taranto. La grande mole di prove e le testimonianze che verranno addotte durante il procedimento renderanno giustizia ad una persona che si è sempre spesa per il bene comune e giammai ha tradito i doveri di correttezza e moralità che lo contraddistinguono”.


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