Inzaghi sceglie l’Arabia, per lui la panchina dell’Al-Hilal e un contratto da 50 milioni per 2 anni
Alla fine, anche per lui, hanno funzionato le danarosissime sirene dell’Arabia: Simone Inzaghi, dopo una stagione avvincente complicata con l’Inter, culminata in una deludente primavera tra campionato, Coppa Italia e soprattutto la sconfitta in finale di Champions League contro il PSG, cede alle tentazioni dell’offerta dell’Al-Hilal, campione d’Arabia Saudita 2024. Le voci di un suo addio si erano intensificate dopo la finale europea, con la dirigenza nerazzurra costretta a riflettere sul futuro della panchina in vista del Mondiale per Club, chiarissime anche se venate dall’intristimento le parole del tecnico nel dopo gara.
Secondo le indiscrezioni, Inzaghi avrebbe già promesso di allenare l’Al-Hilal per le prossime due stagioni, ma la decisione finale sarebbe stata condizionata dall’esito della Champions: “Vinco e vado”, sarebbe stato il suo pensiero. La scelta, quindi, sarebbe stata maturata da tempo, ma si è concretizzata solo dopo la fine della stagione.
Inzaghi dovrebbe allenare l’Al-Hilal, squadra di alto profilo in Arabia Saudita, con un contratto biennale da 50 milioni netti complessivi (25 milioni a stagione). La durata prevista è di due anni, ma non si esclude un ritorno in Europa nel 2026 o 2027.
Era già successo con Roberto Mancini, ex ct dei nostri azzurri, diventato tecnico della nazionale dell’Arabia Saudita dall’agosto 2023 all’ottobre dell’anno scorso. Dopo poco più di un anno, una panchina lasciata consensualmente a causa di risultati modesti e difficoltà ambientali, ma con un guadagno elevatissimo, circa 50 milioni netti in 14 mesi. Stefano Pioli, invece, ex tecnico dei rossoneri, dal settembre scorso sta vivendo una fase positiva all’Al-Nassr, con ottimi risultati iniziali e un contratto triennale da 10 milioni netti a stagione, una scelta che ha pesato per il profilo economico ma che lo sta accontentando anche dal punto di vista professionale e umano.
Il contratto chiacchierato per Inzaghi è tra i più ricchi mai firmati da un tecnico italiano, gli garantisce sulla carta stabilità finanziaria e la possibilità di tornare in Europa con un curriculum internazionale arricchito. Riguardo all’aspetto tecnico, l’Al-Hilal è una delle squadre più ambiziose e attrezzate dell’area, ma la pressione sui risultati e l’adattamento a un contesto culturale e calcistico molto diverso potrebbero rappresentare per il fumantino ex tecnico nerazzurro delle insidie, come già accaduto per Mancini. Tuttavia, l’esperienza di Pioli sta dimostrando che un impatto positivo in quel Paese è possibile.
In casa Inter è tempo ormai di quella che potrà essere una rivoluzione, morbida o netta. L’addio di Inzaghi apre una fase di riflessione che potrà essere profonda ma dovrà inizialmente essere anche rapida, per la necessità di non lasciare sguarnita la panchina in vista del Mondiale per Club. Non è escluso, anzi assai probabile, che possa esserci una rivoluzione anche nella rosa, soprattutto considerando la necessità di rinnovare un gruppo che ha mostrato limiti specialmente anagrafici nelle ultime competizioni.
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