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Italia al rallentatore per Ecosistema Urbano: prima Trento, Sicilia maglia nera

di Angelo Vitale -


Dopo 30 anni, nell’Ecosistema Urbano di Legambiente il fermo immagine di un’Italia al rallentatore dove le città sono cresciute in termini di popolazione e dimensioni, ma nonostante lievi miglioramenti restano le croniche emergenze urbane di smog, auto circolanti, trasporti, perdite della rete idrica, anche se in presenza di una crescita della raccolta differenziata e delle piste ciclabili. Negli ultimi anni, nemmeno colte le opportunità del Pnrr, pure negli ormai definitivi tagli per 13 miliardi. Nei Comuni, in questi anni, troppi interventi quasi tutti a compartimenti stagni. In assenza di una strategia locale, chiede l’associazione, ne occorre una sovraordinata, una regia nazionale che con il Governo in capo, guidi sindaci e comunità locali a interventi non più rinviabili.

In classifica quest’anno, l’abituale altalena parziale tra città: Trento, Mantova e Pordenone ai primi posti per le performance ambientali e fanalini di coda Caltanissetta, Catania e Palermo (Sicilia maglia nera). Roma Capitale è 89esima, in quadro love le grandi città sono in affanno. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16esima e Oristano 22esima. Oscillazione in negativo per Milano al 42esimo posto (era al 38esimo), Firenze che slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.

Lenti e progressivi miglioramenti in quest’Italia al rallentatore: l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022) ma in questi 30 anni non sono mancati stalli e ritardi. Nessun miglioramento, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022).

“Le città – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura umana, nonché laboratori fondamentali per il percorso di decarbonizzazione. Occorre infrastrutturarle, realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, facilitando la permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per adattarsi alla crisi climatica e ricaricare le falde, diffondendo le colonnine di ricarica elettrica negli spazi pubblici. Nei prossimi anni l’Italia dovrà moltiplicare i cantieri della transizione ecologica in tutte le città del nostro Paese”.

Rincuorano parzialmente le best practice: “Il modo migliore per rispondere alle trentennali emergenze urbane – commenta Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano– è prendere esempio dalle esperienze virtuose, che già esistono anche in Italia grazie al lavoro fatto da alcuni sindaci coraggiosi e “visionari” e mostrare che i cantieri della transizione ecologica sono già esempi concreti che vanno seguiti e replicati. L’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, è questa”.

 


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