Intrigo giudiziario, all'orizzonte uno scontro diplomatico sulla vicenda dell'uomo accusato dell'omicidio di Villa Pamphili
Diventa un intrigo giudiziario di profilo internazionale la vicenda di Francis Kaufmann, il cittadino statunitense di 46 anni dal 13 giugno detenuto in Grecia per gli effetti di un mandato di cattura che la Procura della Repubblica di Roma aveva emesso accusandolo di omicidio della neonata ritrovata morta a Villa Pamphili il 7 giugno a poca distanza dal corpo di una donna, anch’essa morta.
Kaufmann nel carcere di Larissa: perché
Kaufmann è detenuto nel carcere di Larissa in Tessaglia, una struttura di detenzione di massima sicurezza e una città già scelte dalle autorità locali per detenuti da sottoporre ad una possibile estradizione, anche perché sede della Corte d’Appello competente sulla procedura. Già ieri una prima udienza, ma i giudici greci hanno sessanta giorni per valutare la richiesta di parte italiana, ogni opposizione e altri atti processuali connessi.
L’intrigo, lo scontro diplomatico con gli Usa?
L’intrigo, perché Kaufmann – dichiaratosi innocente nel corso di un video-interrogatorio dei magistrati italiani, si è poi avvalso della facoltà di non rispondere – si oppone all’estradizione in Italia e vuole parlare con il suo avvocato e con le autorità consolari Usa. Si preannuncia uno scontro diplomatico: la competenza territoriale dei delitti di cui è accusato l’uomo è italiana, ma gli Usa hanno dimostrato storicamente un interesse talvolta prevalente su ogni competenza, in vari Paesi fatto valere anche in considerazione di un interesse politico a non scontentare la prima potenza del mondo.
Così non dovrebbe accadere in Grecia ove in genere, valutazioni di questo tipo sono state adottate sulla base di accordi bilaterali e della Convenzione europea di estradizione, considerando anche le garanzie di un processo equo nel Paese richiedente. Né risultano casi recenti particolarmente controversi simili a questo, perché la Grecia ha sempre bilanciato le richieste di estradizione con la tutela dei diritti dell’imputato e le relazioni diplomatiche con gli Stati coinvolti.
Le richieste della Russia
C’è poi un quarto Stato interessato alla vicenda, la Russia. Perché russa – Anastasia Trofimova – era la donna che aveva conosciuto Kaufmann seguendolo in Italia e dando alla luce Andromeda, la neonata che Kaufmann sostiene sia stata sua figlia. Le autorità giudiziarie russe, si è appreso, hanno chiesto alla Procura di Roma informazioni sul caso e stanno monitorando ogni passaggio della vicenda, non è escluso che possano aver fatto pervenire in Grecia istanze per far valere in qualche modo una loro competenza a giudicare l’uomo anche per gli effetti della doppia cittadinanza – americana e russa – della neonata.
Una capacità di esercitare, da Mosca, influenza legale o politica nei procedimenti giudiziari in Europa che, in questo momento, molto limitata dal quadro sanzionatorio scaturito dall’invasione dell’Ucraina.
Un rebus giudiziario
Un rebus giudiziario che a Larissa, entro i termini osservati dalle autorità greche, dovrà trovare comunque una definizione. Dagli Usa, finora, nessun commento o da ambienti politici e diplomatici. E un profilo basso e collaborativo mantiene l’Fbi, che ha interrogato la madre dell’uomo e contribuito anche a rivelare i suoi precedenti penali negli Stati Uniti.