Economia

La benzina sale ma la stangata arriverà a settembre

di Domenico Pecile -


Il prezzo della benzina sale ancora. Il carrello della spesa è sempre più oneroso. I tassi sono alle stelle e dopo il 30 settembre ci potrebbe essere l’addio al bonus bollette. Insomma, un quadro economico che non può non preoccupare. Al self in autostrada la benzina ha raggiunto ormai i 2,009 euro/l. Ma si sono registrati picchi di 2,7 euro/l. Il prezzo medio non ha sortito gli effetti desiderati, così come i provvedimenti di controlli. E così, per i consumatori si è aperto un nuovo fronte. E questo anche a causa del fatto che dal 1 gennaio 2023 non è stato rifinanziato lo sconto sulle accise (30 centesimi al litro). Intanto, il Codacons annuncia un esposto a 104 Procure della Repubblica d’Italia e ai comandi regionali della Guardia di Finanza. “Chiediamo alla magistratura di intervenire sui rincari e vogliamo capire quale sia la causa dei repentini aumento dei listini alla pompa e se vi sono possibili manovre speculative finalizzate ad aumentare i prezzi in oc casione degli spostamenti dei cittadini”, dice il presidente Carlo Rienzi. Ma sono anche altre le nubi che si accumulano minacciose all’orizzonte del nostro Paese. A cominciare dall’inflazione che anche se ha avuto un notevole rallentamento non è riuscita comunque a frenare l’impennata dei prezzi in diversi settori chiave. Generi alimentari e turismo, in primis. Il carrello della spesa continua a rimanere alto soprattutto per i beni di prima necessità tra cui pane e latte. Non sta andando meglio nel settore turismo, dove gli esperti sostengono un calo di presenze rispetto all’estate record del 2022 che si aggira attorno al 20 per cento. E non è un caso che la ministra al Turismo, Daniela Santanché, con un intervento che dal punto di vista della tempistica lascia a desiderare abbia affermato che il governo sta lavorando “per rendere le vacanze accessibili a tutti”. Quasi il 41 er cento degli italiani (circa 9 milioni) non sono partiti per le ferie soprattutto per motivi di carattere economiche. Per 5 di loro, infatti, la rinuncia è motivata dall’aumento dei prezzi, a cominciare da quello legati ai viaggi e qui in gioco non c’è solo il caro benzina ma anche il caro-aerei. Segnali tutt’altro che rassicuranti – nonostante la stima del Pil potenziale a medio termine del nostro Paese dovrebbe migliorare di 0,1 punti – che fanno il paio con la spada di Damocle dei tassi di interesse che il governo spera di tamponare in parte con i prelievi degli extra profitti delle banche. Senza contare, infine, che il quadro di estrema incertezza che fa presagire un autunno caldo contiene anche l’ipotesi che il governo possa decidere – per problemi di reperibilità dei fonti – di non rinnovare il bonus bollette. Con un decreto lo stesso governo aveva prorogato al 30 settembre il bonus gas e luce destinati alle famiglie in difficoltà. Ma dopo? A ottobre, il governo prevede per chi non prende i bonus sociali dovrebbe arrivare un contributo una tantum per pagare la bolletta del gas. Già, ma si tratterebbe pur sempre di un provvedimento tampone. Alla ripresa dei lavori parlamentari, l’esecutivo si troverà di fronte alla vera scommessa politica: la tenuta economica anche per scongiurare le ripercussioni sulla piazza.


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