Attualità

La biennale a Buttafuoco: la “via colta” della Meloni

di Eleonora Ciaffoloni -

PIETRANGELO BUTTAFUOCO - SCRITTORE


L’INGRANDIMENTO – La biennale a Buttafuoco: la “via colta” della Meloni

“È stato infranto un altro tetto di cristallo”. E non parliamo di quello già fatto a pezzi da Giorgia Meloni come prima donna presidente del Consiglio, ma della nomina di Pietrangelo Buttafuoco come presidente della Fondazione La Biennale di Venezia. Una designazione chiave in un ambiente, quello della cultura, che è stato per anni “feudo della sinistra” in cui “collocare amici e accoliti” dice Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d’Italia. Del resto, le collocazioni lato partecipate e imprese erano state puntate e poi messe a punto dal governo Meloni, con nomi e linee di pensiero affini alla guida di Fratelli d’Italia. Più difficile, da sempre, sedersi sulle poltrone di fondazioni e sedi della cultura, anche se ora l’esecutivo sembra cominciare a occupare i punti chiave del Paese. “Buttafuoco, finalmente, afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l’autorevolezza” prosegue Speranzon. Buttafuoco è stato designato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, una proposta che prevede il parere consultivo delle commissioni Cultura di Camera e Senato. Il nuovo presidente andrà a sostituire Roberto Cicutto – nominato dall’allora ministro Dario Franceschini – alla scadenza del mandato quadriennale, che lascerà la carica il 2 marzo 2024, in modo da “i garantire la necessaria continuità istituzionale e un graduale e ordinato passaggio di consegne”. Un cambio al vertice cruciale che non passerà inosservato nello scacchiere del mondo delle arti e della cultura italiana.


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