Una neonata è morta ieri notte a causa del freddo estremo a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, dove viveva insieme alla sua famiglia sfollata in una tenda. “Pioveva, faceva molto freddo e avevo ben poco per tenerla al caldo. L’ho nutrita e l’ho messa a dormire. L’ho avvolta meglio che potevo, ma non è bastato”, ha raccontato la madre ad al-Jazeera. Rahaf Abu Jazar aveva otto mesi. L’acqua e il gelo hanno preceduto la nuova “alba” promessa da Donald Trump e dai suoi alleati. Moltissimi campi dell’enclave sono allagati a causa della tempesta Byron che si è abbattuta sull’area.
La transizione a Gaza è difficoltosa
Il passaggio alla seconda fase del piano trumpiano è più lento del previsto. L’amministrazione Trump sta pianificando la nomina di un generale americano a capo della Forza Internazionale di Stabilizzazione a Gaza. A riportarlo è Axios. L’investitura, come ha sottolineato Barak Ravid, accrescerà ulteriormente la responsabilità degli Stati Uniti nella messa in sicurezza e nella ricostruzione della Striscia. Washington ha già istituito un quartier generale civile-militare in Israele per monitorare il cessate il fuoco e coordinare gli aiuti umanitari. Stabilito inoltre che il tycoon guidi il “Gaza Board of Peace” e che i suoi principali consiglieri diventino membri del comitato esecutivo internazionale.
La mossa di Trump
La seconda parte dell’accordo per Gaza, ricorda Axios, prevede un ulteriore ritiro delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), il dispiegamento delle ISF e l’entrata in vigore di una nuova struttura di governo che include il Consiglio per la Pace guidato dal capo della Casa Bianca. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha recentemente autorizzato sia le ISF che il Consiglio. Donald Trump ha intenzione di fare un annuncio sul Consiglio per la Pace all’inizio del 2026.
Gli inviti per il Board of Peace
La notizia della nomina di un generale americano a capo delle Isf, secondo quanto rivelato da due funzionari israeliani, è stata comunicata dall’ambasciatore americano alle Nazioni Unite Mike Waltz, in visita nello Stato ebraico questa settimana, al premier Benjamin Netanyahu e ad altri funzionari. L’idea degli Stati Uniti è che l’ex inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Nickolay Mladenov ricopra il ruolo di rappresentante del Board of Peace sul campo a Gaza, collaborando con un futuro governo tecnocratico palestinese. L’amministrazione Trump – ha scritto ancora Ravid – ha informato i Paesi occidentali in merito al Board of Peace e alle ISF, invitandoli a unirsi. Tra i primi contattati figurano la Germania e l’Italia.
Hamas e Amnesty International
Amnesty International ha accusato Hamas di crimini contro l’umanità per il massacro del 7 ottobre e il trattamento riservato ai cittadini presi in ostaggio. In un rapporto intitolato “Prendere di mira i civili: omicidi, prese di ostaggi e altre violazioni da parte di gruppi armati palestinesi in Israele e Gaza”, l’ong attribuisce la responsabilità delle violenze “principalmente” alla cosiddetta ala militare del gruppo, le Brigate Izzadin al-Qassam. Il documento di 173 pagine chiama in causa anche la Jihad islamica palestinese, le Brigate dei Martiri di al-Aqsa e altri civili palestinesi coinvolti.
Per Hamas, Amnesty International diffonde “menzogne”. “Il fatto che il rapporto riprenda le menzogne e le accuse del governo d’occupazione su stupri, violenze sessuali e maltrattamenti dei prigionieri dimostra senza alcun dubbio che il suo obiettivo è incitare e diffamare la resistenza”, ha dichiarato il movimento islamico di resistenza in una nota.
Il viaggio di Abbas in Italia
L’obiettivo della visita a Roma del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, stando a quanto hanno riferito all’Adnkronos fonti dell’ambasciata palestinese in Italia, è intraprendere “un dialogo diretto sulla devastante situazione in Palestina e sull’importanza del riconoscimento dello Stato palestinese”. Oggi Abbas parteciperà ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in programma fino al 14 dicembre ai giardini di Castel Sant’Angelo a Roma. Domani il presidente palestinese incontrerà separatamente il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, la segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein, il capo di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni, il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Maurizio Acerbo segretario nazionale di Rifondazione comunista.