Editoriale

La messinscena degli aiuti a Gaza

di Adolfo Spezzaferro -


Per carità, gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza sono una benedizione, sono necessari, hanno la precedenza su tutto. Su tutto tranne che sul cessate il fuoco. In ogni caso va detto che i centri di distribuzione gestiti a Gaza da un’organizzazione israelo-statunitense (e non come sempre dall’Onu) rientrano in una strategia per tenere sotto controllo i palestinesi e continuare a privarli dei loro diritti. L’idea di togliere ad Hamas il controllo degli aiuti umanitari e il conseguente smistamento si è rivelata una trappola mortale, una tragedia. Nei giorni scorsi Tal al Sultan, il nuovo centro della Gaza humanitarian foundation (Ghf), è diventato un inferno poco dopo la sua apertura. Quando i palestinesi, costretti ad aspettare per ore sotto il sole cocente, ingabbiati in una recinzione metallica, hanno cominciato a spingere per la disperazione, è scoppiato il caos. Le guardie hanno aperto il fuoco sulla folla che si accalcava nel tentativo di rimediare del cibo. Per mettere in salvo le guardie sono arrivati gli elicotteri israeliani, che hanno sparato (anche loro) sulla folla. Non vogliamo sindacare sulla natura degli aiuti umanitari – cibi processati, niente che potesse permettere di avere un minimo di autonomia per qualche giorno, men che mai semi, farina o altro di simile. Stiamo parlando di quantità che sono bastate a malapena a salvare dalla morte per fame i pochi fortunati che sono riusciti ad avere la loro razione. Ecco, aiuti di questo tipo, distribuiti con questi criteri, mentre a Gaza c’è l’inferno in terra, non solo ci sembrano un magrissimo contentino ma ci puzzano da molto lontano di strumento di controllo post-coloniale. Non è un caso se Jake Wood, direttore esecutivo della Ghf, si è dimesso pochi giorni prima del fallimento dell’operazione, dichiarando di non ritenere più che la fondazione potesse rispettare i “princìpi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza”. Tradotto: distribuire briciole a un popolo occupato, ridotto alla fame, con tanto di fucili spianati, in accordo con l’esercito occupante è una porcata. Usa e Israele in combutta si lavano la coscienza, provano a salvarsi la faccia facendo arrivare qualche bene alimentare a una popolazione affamata e bombardata da mesi e mesi. Una terribile presa in giro. Subito cessate il fuoco nella Striscia. Subito il ritiro dell’Idf dall’area. Subito veri aiuti umanitari.


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