Esteri

La Nato è già presente in Ucraina, a luglio i primi F-16 schierati da Kiev

di Ernesto Ferrante -


Il contenuto dell’audio degli ufficiali tedeschi ha trovato una autorevole conferma, destinata a scatenare pericolose reazioni a catena. “Personale militare della Nato è già presente in Ucraina”. Lo ha dichiarato durante una conferenza il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, senza precisare la loro nazionalità. “Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno preso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò”, ha affermato Sikorski, dando il via ad una caccia all’uomo che aumenta il rischio di una escalation.
I vertici dell’Alleanza atlantica non hanno digerito l’uscita di Papa Francesco. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in un punto stampa nella sede di Bruxelles, ha ribadito la scelta dell’opzione militare: “Il sostegno della Nato all’Ucraina salva vite e deve continuare. Il presidente Vladimir Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe mettervi fine oggi, ma l’Ucraina non ha questa opzione. Arrendersi non è pace. Dobbiamo continuare a rafforzare Kiev, per dimostrare a Putin che non otterrà quello che vuole”.
Il presidente russo, ha continuato Stoltenberg, “non otterrà quello che vuole sul campo di battaglia. Deve sedersi e negoziare una soluzione per cui l’Ucraina venga riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente”.
Dmitry Peskov ha definito “pericolosa” la “linea” francese di una coalizione di paesi pronti ad inviare truppe sul campo di battaglia ucraino. “In generale, l’allargamento del dibattito e la persistente attività di Parigi per costruire una coalizione di paesi che dichiarino un’ipotetica disponibilità ad inviare un certo contingente, ovviamente, non è altro che una via diretta verso un’intensificazione delle tensioni. Questa è una linea pericolosa, molto pericolosa”, ha avvertito il portavoce del Cremlino, citato dalla Tass.
Peskov si è poi soffermato sulle parole del Papa, precisando che “purtroppo sia le dichiarazioni del Papa, sia le ripetute dichiarazioni di altre parti hanno recentemente ricevuto un rifiuto inflessibile da parte del regime di Kiev, che non consente alcun negoziato”.
Il Consiglio panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose in Ucraina ha preso le distanze da Bergoglio: “Nessuno, né ora né mai, costringerà il nostro popolo alla capitolazione”.
“L’Ucraina si sta dissanguando, ma resiste per la Verità, per il diritto di essere se stessa. Resiste coraggiosamente e in modo invincibile. E se avesse capitolato, allora l’Europa e forse il mondo intero, lo avrebbero sentito immediatamente. Lo avrebbero sentito e avrebbero tremato. Perché questo sarebbe il ripetersi dei crimini di Bucha e Irpin, sarebbero ulteriori distruzioni di città e villaggi, tra l’altro probabilmente non solo ucraini, sarebbero bambini rimasti per sempre bambini, sarebbero decine e centinaia di sacerdoti torturati che predicano i comandamenti di Dio, e non il ‘russkij mir’, sarebbe il trionfo del male su tutto il pianeta”, si legge in una nota.
L’aeronautica militare di Zelensky potrebbe schierare già a luglio i primi F-16 ricevuti dagli alleati europei. Per quel periodo, i dodici piloti ucraini avranno completato l’addestramento necessario. A scriverlo è il New York Times, chiarendo però che dei 45 aerei promessi da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio, solo sei potrebbero realmente essere messi a disposizione dei militari ucraini quest’estate. Altri 13 dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno e nel 2025. La consegna dei caccia e l’addestramento dei piloti si sono infatti rivelati un “compito difficile”, ha notato il Nyt.
Taurus tedeschi potrebbero essere[/CAP-5-SETT] forniti alla Gran Bretagna in cambio di missili britannici all’Ucraina. Ad ipotizzare il “baratto di guerra” è stata Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco. In passato la Germania aveva ceduto carri armati Leopard a paesi terzi come la Slovacchia, e questi avevano poi ceduto tank di progettazione sovietica agli ucraini.


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