Editoriale

La proprietà privata (a noi): Chi sono davvero i ladri d’appartamento?

di Tommaso Cerno -


Chi sono davvero i ladri d’appartamento. E quando arriveranno. Sono due domande che noi italiani abbiamo il dovere (ma soprattutto l’interesse) a farci al più presto, per tentare di spiegare la sensazione che ci portiamo addosso ogni giorno di più. Quella cioè è di non avere più gli strumenti sufficienti per tirare a campare, pur avendo lo stesso lavoro di prima, la stessa casa di prima e la stessa auto di prima. E di non capire davvero in che direzione stia andando il mondo globale che avevamo eletto a nostro totem.

Finora ci siamo risposti che è la crisi. E questo presuppone che la precarietà sia transitoria e che prima o poi abbia un termine, riportandoci nella condizione di partenza. ci dice che non succederà. Né fra poco, né fra molto tempo. Ecco perché L’identità sta cercando risposte altrove. Risposte che mettano in ordine i tanti fatti che ogni giorno le cronache economiche ci raccontano come fossero fenomeni isolati, indipendenti uno dall’altro. Ma non è così. C’è uno tsunami al largo dell’Italia che sta montando, ora dopo ora. E che ha come rotta il mattone che ha reso il nostro Paese per decenni il simbolo del risparmio e della proprietà privata. Un modello che abbiamo raccontato e celebrato per anni, che sembra ormai giunto al capolinea.

Sul giornale di ieri avevamo dato conto della potenza dell’onda, dettagliando l’esistenza di 42 fondi sovrani con finalità immobiliare di 31 paesi stranieri che hanno in cassaforte una cifra da capogiro: 4.500 miliardi di euro pronti a essere immessi sul mercato immobiliare, pari a tre volte il famoso Pil italiano su cui si calcola lo sforamento del debito pubblico e che di fatto imbriglia i governi quando devono mettere mano ai conti pubblici per proporre una manovra economica che aiuti il Paese.

Oggi ci occupiamo invece dell’enzima europeo, quei provvedimenti che sono entrati nella cultura di massa come necessari e urgenti e che di fatto stanno fornendo comburente al combustibile finanziario che è già stato immesso nel serbatoio della macchina dei nuovi padroni d’Italia. Il primo è la transizione energetica delle case. Mille miliardi che i proprietari dovranno investire per adeguarsi alle regole. E che non ci sono sui loro conti correnti. Il secondo è la pressione europea perché il governo alzi le tasse sulla casa, con la scusa di ridurre il cuneo fiscale. Le due cose insieme portano all’inchiesta che leggete: i ladri d’appartamento. Il sistema creato ad hoc per entrare in Italia a breve e fare man bassa di una fetta enorme del nostro patrimonio immobiliare. Trasformando il Paese dei proprietari in un paese di inquilini.

Proviamo ora a unire i due discorsi: se l’attuale sistema verrà meno nei fatti, lentamente verrà meno anche nella teoria. E la prima mutazione arriverà sui territori, i luoghi dove abitiamo. La loro natura pubblica, la stessa struttura comunale su cui ci fondiamo avrà nel tempo una deriva privata. Sarà soggetta a costi di usufrutto e di utilizzo. Sarà regolata da divieti della proprietà in luogo di quelli pubblici. Come già sta avvenendo negli Stati Uniti, in particolare a Los Angeles, dove questo processo è già avviato da anni e dove potremmo vedere come in un prequel quale sarà presto il destino di città come Roma, Venezia o Firenze.


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