La Svezia “in alto a destra”
La Svezia si prepara a introdurre una riforma costituzionale destinata a rafforzare la sicurezza nazionale. Tra le misure più discusse, figura la possibilità di revocare la cittadinanza svedese a individui con doppia cittadinanza condannati per crimini che costituiscono una minaccia per lo Stato. La proposta si estende anche ai casi di naturalizzazione ottenuta in modo fraudolento, con un chiaro obiettivo: colpire i migranti “pericolosi” e contrastare l’immigrazione clandestina. La proposta arriva da una commissione parlamentare composta dai principali partiti svedesi, che ha avanzato una serie di modifiche costituzionali al governo. Il progetto gode di un ampio sostegno politico, con sei partiti su otto che hanno approvato senza riserve la stretta. Questa convergenza trasversale riflette un consenso solido, trainato dalla maggioranza di centrodestra, deciso a rafforzare i controlli e le misure punitive nei confronti di chi compromette la sicurezza del Paese. Tra i reati che potrebbero portare alla revoca della cittadinanza figurano spionaggio e crimini di competenza della Corte penale internazionale: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e aggressione violenta. La severità della proposta è stata confermata dal ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, durante una recente conferenza stampa: “La Svezia affronta tre minacce parallele e gravi alla nostra sicurezza interna: l’estremismo violento, le operazioni ostili di attori statali e la criminalità organizzata”. Proprio quest’ultimo aspetto preoccupa maggiormente le autorità. Secondo Johan Forssel, ministro per l’Immigrazione, nel 2024 oltre 600 persone considerate “una minaccia per la sicurezza” hanno presentato richiesta di cittadinanza svedese, evidenziando la necessità di misure più stringenti. Nonostante il sostegno politico, la proposta dovrà essere approvata dal Parlamento prima di entrare in vigore, ma il segnale della Svezia è chiaro: la sicurezza nazionale ha la priorità assoluta.
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