Attualità

La violenza sui giovani e quel web “pericoloso”

di Eleonora Ciaffoloni -


Insulti verbali, catcalling, cyberbullismo, ma anche revenge porn e adescamento da parte di estranei: sono solo alcune degli atti di violenza di cui sono stati vittime i giovani, o meglio detti, gli appartenenti alla Generazione Z. I dati, allarmanti, emergono dall’indagine dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes, che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni. Un report che mostra come il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza: tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. Una percentuale molto alta che coinvolge tutti i generi: nel caso della violenza fisica e psicologica i numeri si alzano al 70% per le ragazze e all’83% per chi si definisce non binario, mentre si attesta al 56% tra i maschi. Violenze che vengono segnalate sia nei rapporti personali, sia in quelli via web, con crescita del fenomeno del cyberbullismo. Violenze che portano a conseguenze sempre più pesanti su soggetti che – dovuto anche al fenomeno pandemico – si presentano fragili. La prima conseguenza è la perdita di autostima, di sicurezza e di fiducia verso il prossimo, confermata dal 75% degli intervistati. Un contesto di violenza in cui la salute mentale è sempre più a rischio: il 47% soffre di ansia sociale e attacchi di panico, il 45% soffre di isolamento ma anche depressione (28%), rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%). Il mondo della Gen Z, soprattutto quello del Web, sembra essere diventato un luogo pericoloso da cui questi giovani dovrebbero essere preservati.


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