Dossier Ai

L’abbraccio con Musk, la beffa di Meloni a Macron

di Giovanni Vasso -

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI


Chi trova un amico trova un tesoro. E, come ogni gioiello impone, puoi sbatterlo in faccia alla boria del solito cuginastro con la puzza sotto al naso. Colpaccio di Giorgia Meloni che, evidentemente, ha saputo circondarsi di consiglieri e sherpa capaci di portarle, direttamente a Palazzo Chigi, niente poco di meno che Elon Musk. Un incontro che, a Parigi, sarà suonato come una pernacchia. La Francia di monsieur Macron corteggia, già da un bel po’, mister Tesla. Che, inizialmente, ha scelto di far base in Europa, con le sue megafactory di batterie per auto elettriche, in Germania. Salvo pentirsene. E adesso cerca, evidentemente, un nuovo “socio”. L’Italia si infila nella battaglia per Tesla. Ma certe cose, ufficialmente, dirle non si può. E così la notizia che ieri è stata compulsata da milioni di italiani è stata un’altra: Elon Musk vuole che gli italiani facciano più figli.

L’ufficialità, però, non spegne le suggestioni anzi le alimenta. La stessa premier ha riferito che, tra gli argomenti trattati con Musk, c’è stato quello legato alle regole europee di mercato. E non è un mistero che l’Ue, in queste settimane, sta rimettendo ordine al far west digitale, provando a far rigare dritto gli over the top. Per ora, Google e Facebook. Ma prestissimo, anche Twitter, già strattonata dall’industria discografica americana che le ha annunciato una furibonda guerra giudiziaria per ottenere il pagamento dei diritti d’autore, finirà al centro delle attenzioni della Commissione Ue. C’è poi la grande questione dell’intelligenza artificiale. Che impatto avrà, non solo sull’informazione e sul dibattito pubblico, ma soprattutto sugli equilibri (già precari) nel mondo del lavoro e delle economie nazionali. Musk, finora in ritardo, ha annunciato nei mesi scorsi la sua volontà di presentare un progetto digitale “etico”, a differenza di quelli “inquietanti” proposti, innanzitutto, da Open Ai e Microsoft.
Ma il piatto forte è stato, con ogni evidenza, un altro. L’ipotesi di avviare una forte collaborazione tra l’industria italiana e l’universo Tesla. L’obiettivo del governo, sbandierato praticamente già fin dall’insediamento a Palazzo Chigi, è quello di punteggiare il Paese di Silicon Valley locali, dal Nord fino alla Sicilia, e di riportare così l’Italia al centro delle nuove rotte commerciali e produttive del globo terracqueo. Che, accantonati gli Oceani e le tratte Est-Ovest (e viceversa) ritorneranno a percorsi sull’asse Nord-Sud. In pratica il Mediterraneo ritornerà centrale. E l’Italia, connessa naturalmente alla sponda nordafricana e mediorientale del mare nostrum, metterà in collegamento quel mondo all’Europa continentale. Cosa che, peraltro, a Tesla può interessare e non poco dal momento che ha investito, ormai da anni, in un maxi stabilimento che si trova proprio in Germania. Ma in terra teutonica, Elon inizia a trovarsi male. E vuole cambiare la sua sede europea. La Spagna e la Francia gli promettono mare e monti. Lui, però, incontra Meloni. Trattative private, pubbliche virtù. La “bandiera”, o se preferite il tema di cassetta dell’appuntamento a Palazzo Chigi, quello sbandierato tra comunicati stampa, post sui social e lanci di agenzia è legato alla natalità. Elon Musk, che ha concesso un’intervista al Tg1, ha affermato: “Con Meloni è stata una conversazione interessante, ha molto a cuore il futuro dell’Italia, ci tiene molto. Io ho sollevato due preoccupazioni fondamentali: prima, la denatalità. Qui, ogni anno muore il doppio delle persone che nascono. Ho consigliato sgravi fiscali a chi fa figli o, comunque, misure per rendere la natalità una scelta sostenibile”.

Infine ha spiegato di aver parlato, con Meloni, “dei rischi dell’intelligenza artificiale, di quella talmente potente da poterci sottomettere in futuro”. Infine, una stoccata all’Ue: “Penso che in Europa ci sia un accumularsi eccessivo di regole e leggi, che diventano immortali ma gli esseri umani non lo sono. L’Europa è come il gigante di Gulliver, legato a terra da troppi lacci e lacciuoli. Penso che eliminarne qualcuno sia una questione logica, nemmeno ideologica”.


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