Politica

L’altolà di Schlein sulle intercettazioni “Serve equilibrio, niente spallate”

di Domenico Pecile -

ELLY SCHLEIN


di DOMENICO PECILE

Dalle bozze che abbiamo visto della riforma, la montagna ha partorito un topolino. Alcune scelte potrebbero avere effetti contrari a quelli annunciati”. È tranchant il primo giudizio della segretaria del Pd, Elly Schlein, sulla riforma della giustizia per altro ancora sul tavolo del governo. Anche perché ritiene sbagliato e preoccupante che “si utilizzi la morte di Berlusconi per spingere una soluzione che sarebbe sbilanciata rispetto a quelle che sono le necessità dell’ordinamento”. Dunque, il momento più sbagliato è quello di cogliere “l’emotività della morte di Berlusconi per portare avanti a spallate riforme che potrebbero non essere equilibrate”.

La prima stroncatura riguarda l’abuso d’ufficio: “Noi siamo contrari all’abrogazione – ha affermato a Sky Tg24 la segretaria dem -, andrebbe contro gli impegni internazionali. L’Ue chiede uno strumento di quel tipo, sicuramente si può riformare la fattispecie per evitare effetti distorsivi, ma un conto è la riforma, altro l’abrogazione tout court, cosa che renderebbe ancora più difficile la negoziazione in Europa per il Pnrr”. Insomma, per portare a termine una riforma tanto complessa quanto delicata, secondo la Schlein “serve equilibrio sulla giustizia, serve ascoltare gli operatori, ogni tanto si ha l’impressione che chi scrive queste norme non abbia la cognizione di come si lavora per davvero. Io penso – ha insistito – che per scrivere buone riforme bisogna ascoltare chi quelle norme poi le deve portare in pratica. Ed è certo che soluzioni equilibrate si possono trovare”.

Tuttavia, le proposte del Governo sulla giustizia dividono le opposizioni e segnano anche una sfasatura all’interno dello stesso Partito democratico tra vertici nazionali e amministrator. Nello specifico, ovviamente, sull’abuso d’ufficio che tocca ovviamente chi amministra la cosa pubblica sul territorio.

Se Sandro Ruotolo della segreteria di Elly Schlein denuncia la volontà di togliere “tutti i controlli di legalità” da parte della destra, per Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Pd, si tratta di “una battaglia vinta”. Ma non è soltanto il Pd an andare all’attacco della riforma del ministro Carlo Nordio, perché anche M5s e Avs sono insorti tanto che in Parlamento lo scontro sarà duro e inevitabile.

Ma le opposizioni andranno divise con il Pd freddo sull’intervento del Governo come i 5Stelle, mentre il Terzo polo annuncia il voto a favore. È lo stesso Calenda a metterlo nero su bianco: “Certo che voteremo “ il ddl del Governo sulla Giustizia., “sono riforme di buon senso, molto moderate, equilibrate, già proposte da noi. È molto difficile non votarle”. “La strada scelta da Nordio, Bongiorno e tutto il centro destra, insieme ai sodali del fu Terzo Polo – è infatti il commento di Valentina d’Orso, capogruppo del M5s in commissione giustizia alla Camera riferendosi in particolare all’abuso d’ufficio – non soltanto è sbagliata, perché non è quella giusta per superare “la paura delle firme”, ma anche assurda, perché porta l’Italia fuori dalle norme internazionali anticorruzione che abbiamo recepito e che sono un baluardo di civiltà”.

Questo, secondo d’Orso, emerge con chiarezza anche dalle audizioni in corso in Commissione giustizia alla Camera”. Inoltre, per l parlamentare diversi autorevole esperti “hanno confermato che il reato funziona bene, dopo la riforma del 2020 voluta dal Governo Conte II, che ha definito meglio i confini e i termini di applicazione. Inoltre hanno messo in guardia rispetto al rischio di aprire la strada a un libero arbitrio di alcuni ufficiali ai danni dei cittadini, senza alcuna garanzia di aumenti della Pubblica amministrazione”. E dunque se davvero si volesse si volesse intervenire nell’interesse della Pa e della collettività, “si dovrebbe pensare a rafforzare i controlli negli uffici pubblici, a interventi mirati nel Testo unico degli enti locali “per meglio definire la separazione tra la responsabilità politica dei sindaci e quella amministrativa dei dirigenti e al rafforzamento degli organici della Pa”.

Lo stesso Conte ha commentato che “dalle anticipazioni ricaviamo che la riforma introdurrà nuovi spazi di impunità, indebolendo i presidi contro la corruzione, oltre a colpire il diritto all’informazione. Abolendo l’abuso d’ufficio e limitando altri strumenti contro il malaffare si dimostra di non avere a cuore la tutela della legalità e del diritto alla Giustizia”. Infine, per l’onorevole Devis Dori, membro della Commissione Giustizia in quota Alleanza Verdi Sinistra, “mentre da noi si stanno svolgendo le audizioni sulla riforma dell’abuso d’ufficio, apprendiamo che la maggioranza avrebbe trovato l’accordo per collegare quella riforma ad altre iniziative che coinvolgono i reati contro la Pubblica amministrazione. Ci preoccupa inoltre apprendere che l’intenzione della maggioranza sia quella di orientarsi per l’abrogazione del reato di abusi di ufficio che, tra l’altro, produrrebbe anche la riespansione di reati puniti più gravemente”.


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