Politica

Legge sulla natura, Ferrandino: “Prove d’intesa tra destra e Ppe, ma Giorgia non è Merkel”

di Edoardo Sirignano -

GIUSEPPE GIOSI FERRANDINO EUROPARLAMENTARE


di EDOARDO SIRIGNANO

“I popolari hanno sondato la possibilità di un’alleanza con le destre. Noi non ci stiamo. Meloni non è la nuova Merkel”. Così Giosi Ferrandino, europarlamentare di Azione, commenta la nuova legge sulla natura.

Perché ha creato un dibattito così acceso?

Destra e sinistra hanno scelto di scontrarsi su un feticcio ideologico e non su un provvedimento legislativo. Un errore da matita rossa: il commissario Timmermans è andato avanti come un treno, ignorando le contrarietà di diverse commissioni e le perplessità diffuse in molti ambienti. Cercava per l’appunto lo scontro, e con questa destra lo ha facilmente trovato.

È una vittoria per la sinistra? Fa bene la Picierno ad esultare?

Non capisco l’esultanza infatti. Per una manciata di voti, il Parlamento Europeo ha respinto il rigetto, è vero. È altrettanto vero che qualche minuto dopo, la stessa aula ha approvato una serie di emendamenti che di fatto lo svuotano. Vuole un esempio? Il testo finale approvato dall’aula esclude completamente il settore dell’agricoltura, che ne era il punto cardine, dal ripristino della natura.

C’è stato un tentativo di boicottaggio da parte dei popolari?

Si è giocato una partita ideologica, non c’è stato un confronto parlamentare su una proposta. Così i popolari hanno usato il tema per sondare la possibilità di una alleanza con le destre. Il risultato è che hanno perso loro ed ha perso la sinistra, con tanti saluti all’enfasi dei suoi esponenti.

I tanti emendamenti non sono certamente un segnale incoraggiante per una maggioranza coesa. Cosa è davvero accaduto? C’è qualcosa che bolle in pentola?

Sono rientrati dalla finestra, tutte le questioni che Timmermans e il Pse credevano di aver fatto uscire dalla porta. Il Green Deal aveva bisogno di molto più tempo per arrivare ad un compromesso serio, equilibrato, credibile. La guerra ideologica, invece, ha reso tutto troppo veloce, a discapito del provvedimento stesso.

L’accesa discussione è un segnale che deve far riflettere in vista delle prossime europee?

Il Ppe, soprattutto con Manfred Weber, è tentato da una coalizione contro natura con Giorgia Meloni, leader di uno schieramento che in Polonia e Spagna, oltre che in Italia, non ha nulla di popolare. I socialisti, d’altro canto, sono sempre più radicalizzati. Se questo “furore” dovesse nell’ultimo anno di lavoro del Parlamento Europeo, trasferirsi anche sulle proposte di legge, la destra avrebbe partita vinta a deformare e “mostrificare” ruolo ed attività dell’Europa. Questo gioco al massacro può convenire a qualcuno, certamente non conviene alla sinistra, che sembra continuare a essere inconsapevole.

Renew Europa esce sconfitta o vittoriosa da questa battaglia?

In questo contesto infuocato, chi porta moderazione, pragmatismo e buon senso? Se non proprio Renew Europe? Per questo le elezioni europee del 2024 sono così importanti, come diciamo noi di Azione. Il nostro obiettivo è insediare a Bruxelles il più forte consenso riformista possibile. Un folto gruppo di liberali sarebbe intanto forse l’unica garanzia di rimanere sui temi europei, senza far prevalere letture ideologiche su tutto, e di accompagnare la necessaria trasformazione ambientale con realismo ed equilibrio, consentendo a tutti gli Stati membri di raggiungerla, con il proprio settore economico. Io non ho una preclusione ideologica verso la nostra Presidente del Consiglio. Osservo solo che la capa di un esecutivo in ritardo sul Pnrr, sul Mes, amica di Ungheria e Polonia, non può trasformarsi in un mese in una nuova Angela Merkel.

Poi c’è anche chi, come Matteo Salvini, vorrebbe aggiungere un posto a tavola per Marine Le Pen.

Ce lo vede il partito di Robert Schuman, di Konrad Adenauer e di Alcide De Gasperi con i nipoti dell’antieuropeismo più spinto? Io non ce lo vedo.

È possibile in futuro, a suo parere, una nuova maggioranza, magari con la destra. A livello nazionale ci sono diverse aperture in tal senso…

Per quanto ci riguarda, lo escludo. Siamo l’antidoto alle sbornie di sovranismo da una parte e di populismo dall’altra, che attraversano gli schieramenti politici. Azione è la medicina che può far rinsavire il paziente malato. A poco meno di un anno, è ancora tutto da decidere, se dovessi scommettere sull’alleanza Popolari- Conservatori, io non scommetterei ancora. E peraltro spero anche che una sinistra, a volte troppo radicale, sotto la nostra spinta moderata, ritrovi un po’ dell’equilibrio perduto.


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