Attualità

L’estate della maleducazione: caldo torrido, tempeste e risse

di Eleonora Ciaffoloni -


L’estate della maleducazione – Non solo caldo torrido sopra i 40 gradi e tempeste al Nord, questa è l’estate del “liberi tutti”. E nelle spiagge si moltiplicano le risse, lo sballo e gli incidenti. Per non parlare delle tragedie in strada.

Il caldo torrido, le temperature record e le città da bollino rosso. Ma anche il vento burrascoso e la pioggia battente che deforesta i boschi e fa tremare il Friuli Venezia-Giulia. Una estate che fa segnare 47 gradi, che si scalda di incendi e che si spegne a intermittenza per i tanti blackout. Non una stagione troppo diversa da quelle che ci siamo lasciati alle spalle, gli scorsi anni, ma sembra la vera prima estate che ha fatto “tana libera tutti”. Non solo per un post Covid oramai dimenticato, ma anche per un ritorno – di fuoco – del turismo, che sta vivendo una stagione di grande ripresa. I viaggiatori, già ad oggi, hanno fatto registrare un aumento di afflusso rispetto all’andamento del 2019, anche vista la propensione alla prenotazione anticipata per tutta la stagione, fino a un 20 per cento in più delle vendite anticipate per i soggiorni turistici di agosto e settembre con una media più alta degli ultimi tre anni. Neanche il caldo torrido e le ondate di calore sembrano fermare turisti, italiani e stranieri, che si muovono tra città e spiagge. Temperature da record che tengono sotto scacco intere regioni e che diventano pericolose per le fasce più fragili della popolazione, tanto da spingere il ministero della Salute a creare nei pronto soccorso un apposito “Codice calore”: un percorso preferenziale per chi accusa malori e malesseri legati al clima di questi giorni. L’allerta, tuttavia, rimane anche al nord dove per alcune ore il caldo estremo è stato sostituito dal maltempo, improvviso e violento, che ha colpito le montagne tra del Veneto. Una violenta tromba d’aria, seguita da una grandinata, ha colpito alcuni centri nel Bellunese fino al Trentino, provocando numerosi danni, con tetti scoperchiati e alberi caduti che si sono schiantati sulle auto parcheggiate.

Estate della maleducazione: animi a fuoco

Caldo e tempeste che dalle città passano alle spiagge dove anche gli animi sono a fuoco. Per ultima, ma anche emblematica, la lite con annessa rissa, avvenuta a Cala Lunga di Porto Massimo, a La Maddalena, in Sardegna, dove la bellissima spiaggia si è trasformata in un vero e proprio ring. Il tutto è accaduto quando un gommone con a bordo turisti stranieri – che era partito da un mega yacht ancorato al largo – si è avvicinato alla spiaggia per recuperare due donne e un ragazzo che si erano fermati lì precedentemente. I bagnanti, come si vede nel video che ormai ha spopolato sui social, hanno cominciato ad agitarsi perché il tender si era avvicinato pericolosamente alla riva. Si può vedere e sentire dalle immagini una donna che si rivolge a uno dei turisti spiegando che la distanza tra l’imbarcazione e la spiaggia non era a norma di legge. Attimi di agitazione in cui il turista straniero ha spintonato la signora che, a quel punto, è stata difesa dall’intervento del marito, che ha travolto il ragazzo con calci e pugni. Tutti gli occupanti del gommone, a quel punto, sono immediatamente risaliti sull’imbarcazione e ripartiti in fretta, prima che la situazione degenerasse. Non si tratta di una prima volta che certi episodi accadono sulle nostre spiagge, nei giorni scorsi sulla spiaggia di Montesilvano due fratelli autistici sono stati aggrediti da due giovani in uno stabilimento balneare. Un’aggressione che sembrerebbe avvenuta per futili motivi e che è costata a uno dei due, il trasferimento all’ospedale di Pescara. Atti che spesso, finiscono nella più grave violenza, come quello avvenuto nel napoletano, dove un bagnino è stato accoltellato da due giovani sedicenni, a seguito di un diverbio per un lettino presso un lido di Marechiaro.

Le vittime di Caronte

A far registrare le peggiori tragedie, ci pensa però il caldo record che sta martoriando tutta Europa. Un dato, quello dei decessi, che si aggiorna giorno per giorno e che spesso vede le vittime cadere sul posto di lavoro. Ultimo caso ieri mattina, a Jesi, dove un operaio 75enne ha perso la vita all’interno di un cantiere Amazon mentre stava manovrando una gru. Un infarto, dovuto molto probabilmente alle alte temperature, che ha stroncato l’uomo durante l’orario di lavoro. Stessa sorte, nel bresciano, per altri due uomini vittime del grande caldo: un camionista 62enne è stato trovato morto a bordo del suo camion in una piazzola di sosta all’autoparco di Castenedolo, mentre poche ore prima un operaio di 65 anni era stato trovato morto in uno degli alloggi container vicino al cantiere tav di Lonato del Garda. Anche a Lodi, un operaio di 44 anni, che stava lavorando sulla strada Vecchia Cremonese, si è sentito male attorno a mezzogiorno ed è morto pochi istanti dopo. Un malore è costato la vita anche a un panettiere 63enne di Padova, arrivato in ospedale con una temperatura corporea di 42 gradi e per cui non c’è stato nulla da fare. Il caldo non sembra fare sconti. Di certo, sarebbe meglio non provocarlo.


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