LIBERALMENTE CORRETTO – Ghino di Tacco risiede a Bruxelles
Con grandi squilli di tromba la Commissione dell’Ue ha annunciato un provvedimento di “semplificazione”, primo di una trilogia umilmente denominata “omnibus”, per significare che la burocrazia di Bruxelles provvede a tutto e trascura nulla. Con grande enfasi Ursula von Der Leyen ha voluto sottolineare la solennità del momento storico con queste parole: “Simplification promised, simplification delivered!“. Tradotto significa che ci consegna a domicilio una sorta di pacco dono, a mezzo pony express. Ha omesso tuttavia di precisare che la “semplificazione” consiste in una clamorosa marcia indietro. Vengono eliminate alcune gravose incombenze di rendicontazione di “sostenibilità” a carico delle imprese, introdotte qualche anno fa (CSRD, CSDDD, Regolamenti CBAM e InvestEu, Tassonomia Eu) e oggi miseramente rottamate; dunque riconosciute (implicitamente) inutili. La notizia si presta a molteplici commenti, di dottrina, di politica e di costume.
Tornano alla mente le parole di Friedrich von Hayek, il quale osservava che le politiche socialiste, di pianificazione economica, innescano una serie pressoché infinita di guasti, dal momento che le presunte “necessità” di oggi non sono altro che aggiustamenti o rimedi agli errori di ieri. Solo la radicale rinuncia alla pretesa pianificatrice dell’autorità pubblica può interrompere la spirale: errore di eri/rimedio di oggi/che si rivelerà errore di domani. L’alterazione autoritaria delle condizioni di mercato, dovuta alla pianificazione, ha effetti deleteri permanenti, perfino se corretta da un’ulteriore alterazione, magari di segno opposto. La correzione di oggi fa mutare solo i soggetti danneggiati e favoriti, ma non muta il quadro complessivo del danno arrecato all’intera società. La ragione è molto semplice: la pianificazione presuppone un’intelligenza centralizzata, di gran lunga inferiore all’intelligenza dispersa tra i mille operatori del mercato; inoltre presume la conoscenza ex ante di ciò che solo la risposta ex post del mercato può rendere palese. Esempio lampante: l’Unione sovietica europea ha pianificato l’avvento salvifico delle auto elettriche; i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nella politica socialista vige la regola che il pianificatore ha sempre ragione: se corregge oggi ciò che ha fatto ieri, non è perché ieri avesse torto; nient’affatto; aveva ragione ieri e ha ragione oggi. Le mutate condizioni impongono nuove regole e il pianificatore, onnisciente e onnipotente, provvede al momento opportuno.
Se poi questa correzione consiste, come nel caso di specie, nella cancellazione degli impedimenti di ieri, non è il caso di ammettere l’errore e cospargersi il capo di cenere. Il “nuovo corso”, magnanimamente concesso, sarà descritto non già come rimozione di un ostacolo, bensì come nuova conquista, cosicché il suddito dovrà comunque essere grato. In verità, le politiche pianificatrici consistono essenzialmente in “lacci e laccioli”, ossia in costrizioni e inibizioni al libero esercizio di qualsivoglia impresa; consistono dunque in ostacoli, i quali vengono rimossi mediante il conseguimento dell’agognato certificato. Gli europei, ma in particolare gli italiani, conoscono bene la lunga trafila per ottenere la rimozione degli ostacoli. Non a caso, gran parte di essi vengono superati mediante il famigerato “nulla osta” (ossia l’annullamento dell’ostacolo). La situazione può essere paragonata a quella del viandante che doveva attraversare le terre di Ghino di Tacco e pagare il “pedaggio” al fuorilegge, che si limitava a concedere il suo “lasciapassare”.
E veniamo alle considerazioni di costume. Il rapporto tra il viandante e il fuorilegge era chiaro. Ghino di Tacco era ben cosciente di chiedere e ricevere qualcosa, non pretendeva di essere ringraziato per aver dato qualcosa; sapeva di aver ricevuto, non già di aver donato; e dunque non si atteggiava a benefattore. Oggi la von der Leyen, pretende di essere ringraziata per aver elargito qualcosa. In verità la sua “elargizione” consiste in nient’altro che nella rimozione degli ostacoli da lei stessa creati, mediante la pianificazione socialista di qualche anno fa. Insomma, il Ghino di Tacco di Bruxelles mette e toglie ostacoli, alla stessa maniera del suo omologo-omonimo di Radicofani, ma pretende qualcosa di più: che il suo “lasciapassare” venga chiamato “dono”, benignamente consegnato a domicilio.
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