Politica

L’INTERVISTA – Conflitto in Medio Oriente, Fusaro: “Per qualche terrorista si uccidono donne e bambini. La censura su Ghali e il silenzio dell’Europa imbarazzanti”

di Edoardo Sirignano -

DIEGO FUSARO SAGGISTA E OPINIONISTA


“Per scovare qualche terrorista si uccidono civili. Il silenzio dell’Europa, colonia Usa e la censura a Ghali sono imbarazzanti”. A dirlo Diego Fusaro, saggista e opinionista.

Israele è ancora “esempio di democrazia”?

Assolutamente no! Stiamo parlando di una democrazia imperialista che usa forme di violenza con i vicini. Sta compiendo un vero e proprio massacro degli abitanti di Gaza. Non posso, dunque, essere un sostenitore di quel modello.

Perché gli Stati Uniti stanno scaricando quello che fino a ieri consideravano un alleato prezioso?

Si sono accorti che tale vicenda porta più svantaggi che vantaggi, soprattutto a livello di immagine. Si sta prendendo una strada più lunga del previsto. Meglio, pertanto, darsela a gambe.

Bibi sta sbagliando tutto?

Sta cercando, senza ombra di dubbio, la via della violenza. Tratta i civili come se fossero terroristi e li perseguita, praticando un vero e proprio genocidio. Si tratta di un errore tremendo, che non gli verrà facilmente perdonato. C’è già, infatti, chi si si sta proponendo per portare Israele al tribunale dell’Aia. Qualcuno, prima o poi, dovrà rispondere su quanto sta accadendo a quelle latitudini.

Più di qualche esperto di conflitti ritiene che si stia trasformando una guerra di difesa in una strage senza precedenti. È d’accordo?

L’attentato di Hamas è stato orrendo e ingiustificabile, ma ugualmente lo è la risposta di Netanyahu. Al terrorismo, infatti, si è risposto con altro terrorismo. La simpatia, acquisita dopo un’aggressione ingiustificata, Israele se l’è subito bruciata.

La vicenda può dividere un Occidente, che non sembra essere molto compatto sul sostegno a Gerusalemme?

L’Occidente mi sembra totalmente schierato dalla parte di Washington e Israele. Lo stiamo vedendo con le recenti vicende della tv italiana. È bastato che un cantante dicesse fermate il genocidio per scatenare un subbuglio generale. L’Europa esiste come semplice colonia degli Stati Uniti.

Con l’attacco a pochi terroristi, però, non si rischia di far riemergere l’odio assopito delle comunità islamiche verso l’Occidente?

Bisognerebbe innanzitutto capire come si pone quel mondo di fronte alla vicenda. L’Iran, ad esempio, appoggia Gaza. Stesso discorso vale per Russia e Cina, che sostengono in pieno la causa palestinese. In realtà si è riprodotta la faglia tra Occidente e Oriente che avevamo visto nel conflitto in Ucraina.

Vale davvero la pena spaccare un pianeta per perseguitare qualche terrorista?

Israele è stato sempre visto in maniera problematica in quell’area. Dopo questo modus operandi, non ha certamente aumentato il proprio indice di gradimento.

Tajani, intanto, prima condanna e poi difende Netanyahu: “Reazione sproporzionata sui civili, ma sbagliato parlare di genocidio”. Cosa ne pensa di tali dichiarazioni?

Fanno un po’ sorridere. Da un lato si riconosce che vengono massacrati civili, mentre dall’altro si precisa che non si tratta di genocidio. Come dobbiamo allora chiamare quanto sta accadendo in Medio Oriente: Una strage di innocenti? Un’ecatombe? Intendiamoci sulle parole. Andando oltre le definizioni, è in corso uno sterminio di massa. Il fatto che anche Tajani riconosce che si stia esagerando è interessante. Vuol dire che sta cambiando il vento.

Giusto condannare chi, come Ghali, utilizza la parola genocidio?

È stato un gravissimo errore. Ghali ha avuto il coraggio di chiamare le cose col proprio nome, di spiegare che bisogna fermare il genocidio. Tra l’altro non è un messaggio politico, ma umanitario, che tutti dovrebbero condividere. Sterminare una popolazione è qualcosa di disumano e basta. Il fatto che si siano accaniti contro un artista che lancia un messaggio del genere è il simbolo evidente di come sia percepita la vicenda in Italia.

Quanto durerà il silenzio dell’Occidente?

Proverà a mantenerlo il più possibile, magari dando meno supporto a Israele in futuro. Non cambierà, comunque, mai la propria prospettiva. Non farà marcia indietro. Significherebbe riconoscere di aver commesso un grave errore. Per scovare qualche terrorista si sta uccidendo un’intera popolazione. Altro che conflitto ad Hamas. Questa è una guerra contro donne e bambini.


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