Politica

L’INTERVISTA – Donzelli: “Atreju festa del dialogo. Giorgia e Draghi figure stimate all’estero”

di Edoardo Sirignano -

GIOVANNI DONZELLI POLITICO


“Unica somiglianza fra Meloni e Draghi la reputazione che hanno nel mondo. Il problema dell’ex premier, nel suo governo, Pd e M5S”. A dirlo il responsabile dell’organizzazione di FdI Giovanni Donzelli.

Atreju dovrebbe essere una festa di confronto e non di partito. Uno scambio di vedute, intanto, non ci sarà. Il Pd ha perso un’opportunità?

L’occasione non si è persa perché il confronto ci sarà eccome. Saranno numerosi gli esponenti del Pd che interverranno: Damiano, Violante, Minniti, i governatori Emiliano e Giani, il sindaco di Roma Gualtieri, Anna Paola Concia… Giorgia Meloni non ha avuto problemi ad affrontare la platea dalla Cgil. Rispettiamo la scelta della Schlein, ma non sarà certo questo a cambiare natura alla nostra festa, che è sempre stata di confronto e sempre lo sarà.

Perché non avete invitato Conte. Sarebbe stato interessante un botta e risposta sulla pandemia…

Conte ha già partecipato ad Atreju, per rispetto istituzionale non commentiamo le assenze. Lo abbiamo fatto solo per chi, come la Schlein, hanno deciso di renderle pubbliche. Sulla pandemia noi siamo sempre pronti a confrontarsi, ma ora è anche giusto dare spazio alla Commissione d’inchiesta parlamentare.

Se i dem avessero invitato Donzelli alla festa dell’Unità, avrebbe partecipato al dibattito, pur sapendo di un possibile rischio fischi?

Certo. Vengo da una famiglia di sinistra e ho iniziato in Toscana affrontando i collettivi dei centri sociali che ci impedivano di parlare: secondo lei, se avessi paura dei fischi sarei entrato a 19 anni nel Fuan a Firenze? Anche negli ultimi tempi mi pare di aver dato prova di non essermi lasciato intimorire dalle critiche più aspre: solo chi non è sicuro delle proprie idee teme il confronto.

Cosa ne pensa delle polemiche sul tanto discusso servizio del Tg1. La Rai è diventata tele Meloni?

I dati dimostrano che il Pd al Tg1 ha più spazi di Fratelli d’Italia. Capisco che a sinistra rosichino: sono convinti che di loro si debba sempre parlar bene e di noi male. Atreju è una grande festa con grandi ospiti: tutta la stampa ne parla perché fa notizia. Ora che anche in Rai è tornata la libertà, giustamente ne parlano: non si ricordano dei servizi trionfanti che facevano sulla Leopolda quando il leader del Pd era Matteo Renzi?

L’unico grande leader che parteciperà ad Atreju sarà Renzi per parlare di giustizia. Una convergenza con Italia Viva è possibile trovarla solo su questo argomento?

Che sia un grande leader lo dite voi. Renzi è il segretario di un piccolo partito, e noi abbiamo sempre avuto grande rispetto dei piccoli partiti. Anche perché, per tanti anni, prima di diventare il primo partito siamo stati l’ultimo. Ci confrontiamo con tutti su tutto, come nello spirito della nostra festa.

Atreju, a parte Vox, per qualche sovranista, somiglia sempre più alla festa dell’amicizia. Davvero c’è una svolta al centro in vista delle europee?

Alcuni ci accusano di aver svoltato al centro, altri di essere estremisti, altri di aver chiuso, altri ancora di aver aperto: questo ci conferma che stiamo facendo un ottimo lavoro.

A partire dalla manovra, la sinistra vi accusa di essere un Draghi 2.0. Perché la vostra politica è così simile a quella del banchiere?

Draghi è una personalità rispettata in tutto il mondo, il problema del suo governo erano il Pd e i 5 Stelle che lo sostenevano. La nostra è una maggioranza di centrodestra coesa, scelta dagli italiani. L’unica somiglianza fra Draghi e Meloni è la reputazione che hanno in tutto il mondo, Giorgia in poco tempo da Presidente del Consiglio è stata capace di farsi apprezzare da tutti per la sua concretezza. E pensare che la sinistra aveva previsto che con lei l’Italia sarebbe stata isolata a livello internazionale.

Storico accordo sul clima. Da subito la transizione per l’addio ai combustibili fossili. Continuerete a parlare ancora di nucleare?

Certamente sì, ne parleremo ad Atreju con importanti ospiti nei dibattiti su ambiente e transizione energetica. Purtroppo la sinistra è ancorata a dibattiti ideologici e obsoleti: mentre trasudano bile su fossile e nucleare, non si sono accorti che Italia e Francia stanno lanciando insieme un progetto storico per il fotovoltaico nello spazio. Qualcuno lo spieghi a “gretini” e ambientalisti che imbrattano i monumenti.

Sulla finanziaria si parla molto di grandi opere. Meglio destinare qualche fondo in più agli ultimi e non al cemento?

La nostra è una manovra che racchiude diversi interventi in favore dei ceti più deboli – come ad esempio il taglio al cuneo fiscale per i redditi bassi e le misure per tenere bassi i prezzi delle bollette – ma solo rilanciando le infrastrutture sarà possibile far ripartire l’economia e quindi dare più attenzione anche ai ceti deboli. La nostra identità si basa, dai tempi dell’antica Roma, sulla realizzazione di strade e ponti, e dai tempi delle Repubbliche marinare dei porti. Siamo un popolo che abbiamo insegnato al mondo intero le infrastrutture: è da quando abbiamo smesso di fare questo che è iniziato il declino.


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