Esteri

L’ombra della guerra si allunga sull’Europa

di Ernesto Ferrante -


Una guerra tra la Nato e Mosca non è una semplice suggestione e men che meno una mera provocazione. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dato voce ad un pensiero bellicoso che, cullato inizialmente solo dagli Stati baltici e dai conservatori britannici, con il passare delle settimane si sta facendo pericolosamente strada anche ai piani alti di Bruxelles. Nella Federazione russa cresce la convinzione che le esercitazioni militari delle forze dell’Alleanza atlantica in Europa mirino ad elaborare uno scenario di confronto armato. Dopo Medvedev, Peskov e Zhakharova, anche il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev, citato dall’agenzia di stampa “Ria Novosti”, ha espresso questa tesi. “Il ruolo distruttivo degli Stati Uniti nella storia recente è evidente. Nessun altro Paese ha scatenato così tante guerre e conflitti militari, nessuno ha provocato così tante devastanti crisi economiche”, ha osservato Patrushev, tirando in ballo direttamente gli Usa.
“Uno strumento importante per l’influenza di Washington su altri Stati è il blocco aggressivo della Nato, che si è avvicinato ai confini occidentali della Russia. Nei 75 anni della sua esistenza, la Nato come presunto garante della pace e della democrazia ha scatenato più di cento guerre e conflitti militari in tutto il mondo, e si sta preparando per il prossimo”, ha proseguito il funzionario.
Secondo il segretario del Consiglio di sicurezza, le esercitazioni Steadfast Defender in corso servono per prepararsi allo scontro con la Russia, “aumentando le tensioni e destabilizzando la situazione nel mondo”. “Si prevede di espandere ulteriormente la presenza della Nato nella regione Asia-Pacifico, nell’Artico”, ha ricordato ancora, evidenziando anche l’aumento nell’anno in corso delle spese militari previste dai Paesi della Nato che, a suo avviso, “sottolinea ancora una volta la crescente essenza aggressiva di questa alleanza”.
Di appostare più somme in bilancio per finanziare la guerra è accusata anche la stessa Russia. Grazie all’aumento dei prezzi del petrolio, all’aggiramento delle sanzioni e agli investimenti statali, il Cremlino potrebbe disporre di risorse sufficienti per continuare a combattere in Ucraina per almeno altri due anni con l’intensità attuale. Lo hanno reso noto il Dipartimento di sicurezza di controspionaggio e il Servizio militare di intelligence e sicurezza della Difesa della Lituania in un rapporto in cui viene sottolineato come i russi siano riuscita a riformare l’esercito nel 2023 e stiano lavorando per espandere le loro capacità di azione lungo il confine con la Nato, anche vicino alla Finlandia.
Il conflitto attualmente in corso sul suolo ucraino rischia di estendersi per diventare una guerra a tutti gli effetti in Europa. Lo ha scritto il generale russo Vladimir Zarudnitsky, a capo dell’Accademia militare dello stato maggiore, in un articolo pubblicato sulla rivista “Pensiero militare”.
“E’ difficile prevedere in questo momento come potrà evolvere la situazione, nel quadro di un aumento della conflittualità che quasi sempre porta al ricorso alla forza. In Ucraina potrebbe esserci una escalation del conflitto che include l’estensione della lista dei forze per procura usate per il confronto con la Russia o anche una guerra su vasta scala in Europa”, si legge in uno degli estratti del pezzo.
La fonte principale delle minacce sono le politiche anti-russe degli Stati Uniti e dei loro alleati, a cui viene addebitata la colpa di portare avanti un nuovo tipo di guerra ibrida per indebolire in tutti i modi la Russia e distruggere la sua integrità territoriale. “La possibilità che il nostro Paese venga di proposito trascinato in nuovi conflitti militari sta aumentando in modo significativo”, ha avvertito Zarudnitsky.
Preoccupante la conclusione del generale: “Il processo di trasformazione dell’ordine mondiale in corso è associato a contraddizioni crescenti la cui soluzione porta sempre di fatto al ricorso alla forza militare”.


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