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Economia

Mattarella richiama l’Ue al coraggio: “Ora diventiamo Unione”

Il monito del Capo dello Stato che cita Ciampi: "Risolvere la zoppìa europea"

di Giovanni Vasso -


L’Ue deve trovare il coraggio di diventare (davvero) Unione perché, come ha spiegato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, questa rappresenta l’unica strada percorribile affinché l’Europa riesca ad affrontare, davvero, le grandi sfide globali che l’attendono. Il Capo dello Stato ha rivolto, a Firenze, un accorato appello a Bruxelles. Bisogna trovare il coraggio di correggere la stortura storica che caratterizza l’architettura istituzionale dell’Ue. Ossia, citando il suo predecessore al Quirinale, Carlo Azeglio Ciampi, quella “zoppìa” che le impedisce di correre.

L’Unione europea e il coraggio di Mattarella

È l’ora del coraggio, per l’Ue, secondo Mattarella. Che, nel suo intervento ieri a Firenze durante la riunione del board Bce, ha affermato una visione che non allarma ma che, senza dubbio, mette Bruxelles di fronte alle sue responsabilità. “Siamo di fronte a trasformazioni che trent’anni fa sarebbero state impensabili. L’emergere di nuove potenze globali, i conflitti, le tensioni geopolitiche e, più recentemente, le dispute commerciali, stanno scuotendo l’ordine internazionale”, ha spiegato il Capo dello Stato. Che ha ricordato “il tentativo di minare la tenuta del prezioso sistema multilaterale che, pazientemente disegnato e consolidato dopo la seconda guerra mondiale, ha consentito di affrontare e sovente risolvere numerose crisi”. Un sistema, per Mattarella, “che va rielaborato per adeguarlo alle mutate condizioni sviluppatesi nel mondo in questi ottanta anni ma che va assolutamente salvaguardato”.

La zoppìa e quel vecchio (e irrisolto) problema

“Ne deriva un diffuso senso di incertezza e anche di insicurezza, anche nei Paesi occidentali, che può condurre a scelte errate e porre a rischio valori che consideravamo acquisiti. L’Europa ha compiuto passi importanti in questi anni, ma essi oggi appaiono insufficienti rispetto alla portata dei mutamenti in atto”, ha affermato Mattarella. Che ha citato proprio Ciampi: “Permane, ad esempio, quella che un mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, definì una condizione di zoppìa dell’Unione: l’evidente asimmetria tra la moneta unica e una politica economica e fiscale ancora frammentata”. Questione che si riverbera sulle condizioni di dis-unità: “La Bce, unica tra le grandi banche centrali, opera in un contesto in cui agiscono venti diversi Stati – presto ventuno – con altrettante politiche di bilancio, con normative non pienamente armonizzate, con mercati finanziari tuttora confinati in ambiti nazionali”.

La diagnosi di Mattarella

Lo scenario è uno e il Capo dello Stato lo disegna fedelmente: “Persistono difficoltà, nell’Unione, nel mettere a fattor comune le iniziative su materie strategiche come le politiche estera e di difesa; così come gli investimenti in infrastrutture e innovazione. La carenza di un’azione comune adeguata indebolisce tutti: si traduce in una minore capacità di rispondere alle necessità dei cittadini e in una progressiva perdita di rilevanza sul piano internazionale. Non possiamo permettercelo”. Eccolo, dunque, l’appello di Mattarella all’Ue a ritrovare il coraggio di essere ciò che avrebbe dovuto diventare già da tempo.


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