Esteri

McCarthy gela Zelensky: niente più armi per Kiev per il 2023

di Ernesto Ferrante -


Lo speaker della Camera dei Rappresentanti statunitense, il repubblicano Kevin McCarthy, ha riservato una duplice doccia fredda al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dapprima ha rigettato la sua richiesta di tenere un discorso al Congresso in sessione congiunta, come ha riportato la rete televisiva Nbc, e in un secondo momento gli ha fatto anche sapere che non ci saranno nuovi “regali di guerra” a breve.

McCarthy ha motivato il rifiuto a Zelensky con la mancanza di tempo in una settimana parlamentare piena di appuntamenti. Il collega di partito di Donald Trump ha anche escluso di mettere in agenda l’approvazione di un pacchetto da 24 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina entro la fine dell’anno, come chiesto dal presidente Joe Biden: “Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all’Ucraina”.

Zelensky ha chiesto copertura aerea e di missili a lunga distanza al leader della Camera. Nel frattempo aumentano i “dissidenti”. In una lettera firmata da 23 deputati e sei senatori conservatori, viene apertamente criticata la strategia della Casa Bianca perché poco chiara e si lamenta l’impegno a tempo indeterminato a sostegno degli ucraini.
Biden vuole avere dall’ex comico un punto della situazione “sul campo”. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, alla Cnn. Il funzionario ha precisato che i missilistici tattici a lungo raggio Atacms “non sono fuori discussione” ma “non è stata presa alcuna decisione”.

La Nato continua a spingere per il prolungamento della guerra. “Se l’Ucraina vincerà, avremo dalla nostra parte il secondo esercito più grande d’Europa, temprato per le battaglie. È nell’interesse della sicurezza dell’Ue e degli Stati Uniti garantire la vittoria dell’Ucraina”, ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg in una lecture al Council on Foreign Relations a New York.
Sull’adesione del Paese alleato alla Nato, Stoltenberg ha sottolineato che “Kiev è più vicina che mai all’ingresso”. Tuttavia, “il fatto che ci sia una guerra in corso rende impossibile invitare l’Ucraina domani o oggi. Quindi in un modo o nell’altro dobbiamo affrontare la situazione e ovviamente è più facile prevedere l’adesione una volta finita questa guerra. Questa è la ragione per cui credo che anche i più ferventi per l’adesione dell’Ucraina il prima possibile si rendono conto che è qualcosa non può succedere adesso”, ha osservato il segretario generale.

Le autorità ucraine si aspettano “mesi difficili” dopo il massiccio attacco missilistico russo che la notte scorsa ha preso di mira diverse città. A sostenerlo è il vice capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Oleksiy Kuleba. “Ci aspettano mesi difficili: la Russia continuerà ad attaccare gli impianti energetici ed essenziali dell’Ucraina”, ha scritto Kuleba su Telegram.
“La guerra è finita. La Russia ha vinto. Non c’è più alcuna offensiva ucraina, ma la Casa Bianca e i media americani devono mantenere la menzogna”, ha affermato il giornalista americano premio Pulitzer, Seymour Hersh, sulla sua pagina della piattaforma Substack, citando un funzionario dell’intelligence statunitense che ha chiesto di mantenere l’anonimato.

Hersh ha anche aggiunto che la comunità dei servizi segreti statunitensi ritiene che gli ucraini siano molto demoralizzati, e che non credano sia possibile uno sfondamento della difesa delle truppe di Mosca.


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