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Attualità

Medico arrestato. Circoncideva ii bimbi. “Ma ho agito per fede”

di Ivano Tolettini -


Mahmoud Sabbagh è tornato libero. Il Gip del tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha revocato gli arresti domiciliari al medico siriano di 61 anni accusato di aver praticato decine di circoncisioni rituali a bambini di fede islamica nel suo ambulatorio privato.

La decisione

La decisione è arrivata a pochi giorni dall’arresto ed è motivata da un “difetto di gravità indiziaria”. Il giudice, accogliendo l’istanza dell’avvocato Andrea de Bertolini, ha riconosciuto che Sabbagh, pur non essendo più medico di base, poteva esercitare la professione nell’ambito della continuità assistenziale e che la pratica religiosa della circoncisione, “in sé lecita”, rientra in un contesto culturale e normativo particolare. La notizia, giunta in tarda mattinata, ha riportato un po’ di serenità nell’abitazione del dottore, a Trento nord. “Ho sempre avuto la coscienza a posto – afferma – ma questa misura mi ha lasciato profonda amarezza, soprattutto per quello che hanno vissuto i miei familiari. Nessuno mi ha mai chiesto nulla, avrei spiegato tutto”. Il professionista rivive il giorno dell’arresto, il 31 ottobre: “Ero di turno come guardia medica, i carabinieri sono venuti alle 7. Non capivo. L’ambulatorio era chiuso da quindici giorni, non stavo lavorando. Mi è sembrata una misura sproporzionata”.

Le indagini

Per la Procura, invece, l’ambulatorio di Sabbagh non rispettava gli standard igienico-sanitari e non era autorizzato per interventi chirurgici. Dal 2022, secondo le indagini dei carabinieri del Nas, almeno quaranta bambini, molti provenienti anche da fuori provincia, sarebbero stati sottoposti a circoncisione. In alcuni casi il medico si sarebbe fatto aiutare dai figli, uno dei quali minorenne. In un episodio, un bambino fu portato al Pronto soccorso per un’intossicazione da benzodiazepine. “È stato un caso isolato – dice il medico -. Ho usato un sedativo leggero, a dosi controllate. Il piccolo stava bene, ma il padre ha voluto andare in ospedale”.

Chi è Sabbagh

Sabbagh è un uomo di poche parole. In Italia dal 1990, ha lavorato a lungo come medico di base a Trento e Sardagna, poi come guardia medica. “Quando ho aperto l’ambulatorio nel 2017 – racconta – mi sono informato sulla prassi, ho seguito tutte le prescrizioni e comunicato all’ufficio competente che avrei fatto piccoli interventi di chirurgia. Se serviva un’autorizzazione specifica, l’avrei chiesta”. La sua scelta di praticare la circoncisione non nasce da un tornaconto economico, assicura. “Era una richiesta della comunità islamica. Le famiglie non sapevano a chi rivolgersi. A chi non poteva permetterselo non ho mai chiesto nulla”. Un gesto di servizio, più che un lavoro. “È una pratica che accompagna la nostra cultura da 1.500 anni – prosegue – e oggi la medicina ha confermato i suoi benefici igienici e sanitari. È un segno di appartenenza, ma anche di prevenzione”.

Nel nostro Paese

In Italia oltre 4.000 bambini stranieri vengono circoncisi ogni anno. Un terzo lo è in contesti non autorizzati, con rischi altissimi di infezioni e, in rari casi, di morte. Proprio per evitare tragedie, i medici di fede islamica come Sabbagh, cercano di offrire un’alternativa sicura. “Io voglio continuare – conclude – ma nel pieno rispetto delle regole. Chiederò tutte le autorizzazioni necessarie. Il mio unico obiettivo è garantire ai bambini un intervento sicuro”.


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