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“Non ci fermeranno”: Roma si stringe attorno a Pamela Mastropietro

Venerdì 10 ottobre alle ore 18 in Piazza Re di Roma, una cerimonia organizzata da TCSOnlus per difendere la memoria oltraggiata e riaffermare il valore della giustizia.

di Giuditta Dal Bosco -


L’evento di venerdì 10 ottobre alle ore 18 in Piazza Re di Roma è molto più di una semplice cerimonia commemorativa in ricordo di Pamela Mastropietro. Si configura come un momento simbolico di riflessione e denuncia su temi che vanno ben oltre il singolo caso di femminicidio.
In un contesto in cui la memoria della vittima è stata ripetutamente oltraggiata e il suo ricordo offeso da atti vandalici, la cerimonia rappresenta anche una battaglia più ampia per la dignità, la verità e la giustizia, contro una serie di fenomeni sociali e culturali che meritano attenzione.

Un evento simbolo di giustizia e dignità

Pamela Mastropietro, una giovane romana di 18 anni, è stata uccisa nel 2018 a Macerata da Innocent Oseghale, un immigrato nigeriano che l’ha rapita, stuprata e brutalmente uccisa, smembrando il suo corpo in un atto di inaudita violenza.
Nonostante la gravità del crimine, il caso ha acceso in Italia discussioni su tematiche più ampie — sicurezza, immigrazione, tutela delle vittime — spesso però con toni distorti e politicizzati.
Oseghale è l’unico condannato per l’omicidio di Pamela, ma la vicenda lascia aperti interrogativi su come la giustizia e l’opinione pubblica abbiano trattato la memoria della vittima.
La questione, oggi, non è solo giudiziaria, ma profondamente morale e civile: riguarda il rispetto che la società deve a chi non può più difendersi, e il modo in cui il ricordo di Pamela è spesso violato.

L’incoerenza del sistema: la vittimizzazione della memoria

Negli ultimi mesi, segni commemorativi dedicati a Pamela sono stati ripetutamente vandalizzati: lo striscione esposto in Piazza Re di Roma, la panchina commemorativa e la targa in via Spalato sono stati distrutti o danneggiati.
Questi atti non rappresentano solo vandalismo, ma una negazione della memoria stessa, un tentativo di cancellare la traccia di una tragedia che ha ferito il Paese.
La famiglia Mastropietro ha denunciato più volte la sofferenza di vedere il ricordo della figlia umiliato e profanato.
In un Paese in cui la giustizia ha vacillato di fronte all’orrore, la memoria delle vittime dovrebbe essere sacra, e invece continua a essere oggetto di offese e provocazioni.

Razionalizzazione del crimine e pericolo dell’oblio

In questo contesto, l’evento promosso da TCSOnlus non è solo un omaggio, ma anche una protesta contro le ipocrisie e le distorsioni della giustizia e dell’opinione pubblica.
Se da un lato la giustizia tratta il crimine di Oseghale come una vicenda individuale, dall’altro molti riducono la figura di Pamela a una statistica, dimenticandone l’umanità.
Mentre l’assassino ha trovato spazio in dibattiti sul tema dell’immigrazione, la vittima è stata lentamente spinta ai margini del discorso collettivo.
Un paradosso che, ancora oggi, ferisce la sensibilità di chi crede nella giustizia.
Come ha dichiarato Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina:
“Ogni fiore calpestato, ogni striscione strappato, ogni segno di ricordo cancellato è un’offesa non solo alla famiglia di Pamela, ma a tutti coloro che credono nella giustizia, nella verità e nella necessità di proteggere la memoria delle vittime. Non possiamo restare in silenzio.”

Il vero razzismo: la cancellazione della memoria

L’evento del 10 ottobre, dunque, non è solo una cerimonia di ricordo, ma una risposta civile contro la cancellazione della memoria.
In un’epoca in cui le narrazioni possono essere facilmente piegate e manipolate, la memoria di Pamela diventa un simbolo di verità e giustizia.
In una piazza di Roma si scenderà per ribadire che ogni vita spezzata merita rispetto, che ogni vittima ha diritto a essere ricordata, e che l’oblio è la forma più subdola di razzismo.

Il videomessaggio del Sottosegretario Paola Frassinetti

Durante la cerimonia sarà proiettato un videomessaggio del Sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti, che ha espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia Mastropietro, condannando con fermezza gli atti vandalici avvenuti in questi mesi:
“In Piazza Re di Roma sono stati oltraggiati dei simboli che ricordavano Pamela Mastropietro, e questo va veramente stigmatizzato. La panchina a lei dedicata, lo striscione strappato e portato via: gesti vili che vanno condannati fermamente.
Ma non ci fermeranno, non ci intimoriranno. È importante mantenere viva la memoria di Pamela e di tutte le donne uccise, sia nei femminicidi che negli atti violenti.
Continueremo su questa strada, perché il ricordo è fondamentale affinché questi gesti vengano contrastati e non avvengano mai più.”

Il valore della memoria

In una piazza che ha visto la memoria di Pamela calpestata, Roma si prepara a rispondere con la forza del ricordo e della verità.
La cerimonia di venerdì 10 ottobre alle ore 18 diventa così un atto di resistenza civile, un modo per riaffermare che la giustizia non è solo nei tribunali, ma anche nella volontà collettiva di non dimenticare.
Sottolineano gli organizzatori di TCSOnlus,
“Ricordare non è solo un dovere morale: è il primo passo per impedire che la storia si ripeta”.

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