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Economia

Naschi (Hef): “Così riportiamo l’uomo al centro dell’economia”

La proposta dello Human Economic Forum alla Camera: "Il futuro non è dei codici"

di Giovanni Vasso -


L’identità a colloquio con Vincenzo Naschi, presidente dello Human Economic Forum. Ci sono sempre più miliardari. Il che non è propriamente un bene. Perché vuol dire che la ricchezza resta immobilizzata e s’ammucchia solo nei forzieri dei Paperoni globali. E digitali. Già perché, come recita il rapporto Ubs pubblicato nei giorni scorsi, nel 2025 sono “nati” 196 nuovi miliardari. Che son diventati tali investendo nelle start-up legate all’intelligenza artificiale, arricchendosi grazie ai clamorosi rialzi in Borsa dei titoli legati a questo comparto. Insomma, il quadro sembra chiaro. Sempre più ricchi (in senso di reddito), sempre meno ricchi (come dato numerico). Ma, forse, un altro modello è possibile. In cui al centro non ci sia la macchina (vera o virtuale che sia). Ma torni l’uomo. L’identità ne ha parlato con Vincenzo Naschi, presidente dello Human Economic Forum.

Presidente Naschi, il futuro dell’economia sembra scritto nel prompt: AI e robot minacciano il lavoro. È davvero un destino ineluttabile, quello della tecnocrazia annunciato dal WEF?

“Purtroppo sì: non c’è più alcun dubbio.I giganti tecnologici e una nuova forma di capitalismo stanno modellando un mondo diverso da quello nato negli anni ’80, quando la cooperazione multilaterale tra Stati aveva favorito la globalizzazione e una drastica riduzione della povertà. Oggi il processo si è invertito: prevalgono logiche di potenza, protezionismo, algoritmi che governano interi sistemi produttivi.
La domanda non è più se questo accadrà, ma come reagire. E soprattutto: come difendere l’uomo in un’economia che sta diventando sempre meno umana”.

Da dove nasce l’idea dello Human Economic Forum e cosa si propone?

“Lo Human Economic Forum nasce proprio come risposta a questa deriva. Quando, lo scorso anno, abbiamo presentato a Papa Francesco il nostro modello di sostenibilità sociale, il suo incoraggiamento è stato chiaro: “Rimettete l’uomo al centro.” In un’economia sempre più automatizzata e guidata dagli algoritmi, serve un nuovo equilibrio. La sostenibilità sociale è la strada: una cornice valoriale capace di orientare tecnologia ed economia affinché non schiaccino la dignità umana, ma la proteggano”.

La proposta dei crediti sociali: cos’è e come funziona?

“Al centro del modello c’è lo strumento dei crediti sociali, un sistema che misura l’impatto delle imprese sul benessere delle comunità in cui operano. E occorre chiarirlo con forza: non è un punteggio sul singolo cittadino – nulla a che vedere con altri modelli nel mondo. I crediti sociali valutano la moralità di un modello di sviluppo: quanto un’impresa è leale verso il territorio che la ospita. Li misuriamo osservando indicatori concreti quali l’occupazione stabile e salari adeguati, la riduzione della precarietà, gli investimenti sulle competenze delle persone, la tutela e valorizzazione di beni culturali e paesaggistici, il contributo alla coesione sociale. Come i crediti ambientali per la CO₂, i crediti sociali diventano dunque un asset negoziabile e uno strumento per ottenere vantaggi fiscali o reputazionali, oltre che un criterio per accedere a finanziamenti pubblici e bancari. In questo modo si disincentivano gli attori economici che considerano l’Italia un ‘Paese da sfruttare’. In estrema sintesi: il credito sociale diventa una moneta etica, capace di proteggere la vita delle comunità nell’economia degli algoritmi”.

La lezione di Papa Francesco e il nuovo Pontefice Leone: può nascere una “rivoluzione” dell’economia ispirata dalla Chiesa?

“Il nostro progetto parla la lingua dell’impresa e quella della fede. L’uomo non è solo un ingranaggio produttivo: è corpo, mente e spirito. Un’economia che dimentica una di queste dimensioni produce inevitabilmente disuguaglianza. Il futuro non è scritto nei codici delle macchine, ma nei cuori delle persone. Se sapremo rendere l’economia uno strumento di vita e non di dominio e la sostenibilità sociale misurabile in base al magistero della Chiesa, allora la tecnologia diventerà davvero alleata dell’uomo. In quest’ottica lo Human Economic Forum vuole rappresentare una visione alternativa al World Economic Forum: non un’economia che regola l’uomo, ma che serva l’uomo, non un evento tecnocratico e riservato a pochi privilegiati, ma spirituale e ricco di valori culturali, libero e inclusivo. E’ la nostra risposta a Papa Francesco e con la stessa umiltà e fede desideriamo confermarla oggi a Papa Leone: costruire un’economia che serva l’uomo, non che lo domini”.

Hef terrà un importante evento alla Camera il 9 e 10 dicembre…

“Il programma è ricchissimo e coinvolge istituzioni, mondo accademico, leader religiosi, imprese, professionisti. Il 9 dicembre, alla Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto, dopo i saluti istituzionali delle deputate Annarita Patriarca e Giorgia Latini, ci sarà la lectio magistralis del cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale della diocesi di Roma. Apertura al dialogo interreligioso con l’Imam Nader Akkad, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, l’Arcivescovo maronita Youssef Soueif. Il 10 dicembre alla Sala della Regina, Camera dei Deputati, dopo i saluti del presidente della Camera Lorenzo Fontana, e alla presenza del cardinale Giuseppe Versaldi, ospite d’onore, si terrà la plenaria “Le fondamenta etiche ed economiche di una nuova civiltà” con gli interventi di Enrico Giovannini, Paolo De Castro, Lucia Votano, Marco Alverà, Zac Dannelly, Federico Protto, Nick Pickles, Lucia Morselli, Alyssa Carson, Angelo Cangelosi, Tronca, Valfrè e altri. Seguirà la lectio magistralis del Rabbino Capo Riccardo Shemuel Di Segni. E dopo gli interventi culturali di Marco Anastasio, Evgeny Afineevsky, Mariam Lambert, ci saranno le conclusioni affidate al giurista Piero Sandulli. Infine si terrà la cerimonia “Leaders dell’Umanità” alla presenza di Annarita Patriarca. Un evento unico in Italia: spirituale, culturale, economico e interreligioso insieme”.


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