Esteri

PRIMA PAGINA – Netanyahu: “Non c’è forza al mondo che possa fermarci”

di Ernesto Ferrante -


Benjamin Netanyahu ha fatto la sua scelta, inviando un messaggio chiaro, di sfida, anche a Joe Biden: “Completeremo la liquidazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Non c’è forza al mondo che possa fermarci. Ci sono molte forze che cercano di farlo, ma questo non servirà a nulla, non ci fermerà. Abbiamo tre obiettivi: liberare gli ostaggi, eliminare Hamas e garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. Il superamento della “linea rossa” fissata da Washington è stato annunciato durante una visita alla base militare di Tel Hashomer. “Quando vinceremo, ha aggiunto Netanyahu, non sarà solo una vittoria su Hamas, sarà una vittoria sull’Asse del male. Tutti in Medio Oriente – e non solo – sono seduti sugli spalti a guardare per vedere chi vincerà su questo campo di battaglia: Israele o Iran e i suoi affiliati. Ma sapete già chi vincerà”.
I timori di chi si era allarmato per la diffusione della notizia dell’acquisto da parte di Israele di circa 40mila tende per preparare l’evacuazione di migliaia di palestinesi dalla popolosa città nel sud di Gaza, si sono rivelati fondati. L’attacco di terra è stato ormai deciso e ne è stata stabilita anche la data, che gli Stati Uniti hanno fatto sapere di non conoscere.
La parole del leader israeliano non sono piaciute ad Hamas, secondo cui “sollevano interrogativi sullo scopo della ripresa dei negoziati”. “Il successo di qualsiasi negoziato dipende dalla fine dell’aggressione”, ha dichiarato ad Al Jazeera il portavoce del movimento, Sami Abu Zahry.
Il presidente francese Emmanuel Macron, l’omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re giordano Abdullah II hanno chiesto un cessate il fuoco “immediato”, il rilascio di “tutti gli ostaggi” e messo in guardia Tel Aviv dalle “pericolose conseguenze” di un assalto a Rafah.
“La guerra a Gaza e le catastrofiche sofferenze umane che sta causando devono finire immediatamente”, hanno scritto in un articolo pubblicato su quattro quotidiani, tra cui Le Monde. E ancora: “un’offensiva a Rafah non farà altro che aumentare le perdite e le sofferenze umane, aggravare il rischio e le conseguenze di un massiccio spostamento forzato della popolazione di Gaza e portare a una minaccia di escalation nella regione”.
Dall’Iran un appello ad unirsi contro Israele. Secondo il comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Alireza Tangsiri, “l’unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici”.
“I sionisti hanno fallito nella battaglia di Gaza perché non sono riusciti a sconfiggere Hamas o a liberare gli ostaggi israeliani”, ha proseguito Tangsiri. Per l’intelligence americana, Teheran non attaccherà direttamente lo Stato ebraico ma lo colpirà attraverso forze da lei controllate nella regione.
“I bambini di Gaza stanno morendo per complicazioni collegate alla fame da quando il governo israeliano ha iniziato a usare la fame come arma di guerra, un crimine di guerra”. E’ quanto ha affermato Human Rights Watch (Hrw), citando testimonianze raccolte tra medici e genitori e verifiche fatte su immagini e video. L’organizzazione umanitaria ritiene che i governi “dovrebbero imporre sanzioni mirate e sospendere i trasferimenti di armi per fare pressione sul governo israeliano affinché garantisca l’accesso agli aiuti umanitari e ai servizi di base a Gaza”.
La Turchia ha imposto limiti alle esportazioni di numerosi beni verso Israele, compresi prodotti in acciaio, ferro e alluminio “fino a quando non dichiarerà un cessate il fuoco immediato e consentirà l’accesso continuo degli aiuti umanitari a Gaza”. Rabbiosa la risposta israeliana, affidata al ministro degli Esteri Israel Katz: “Erdogan sta ancora una volta sacrificando gli interessi economici del popolo turco per il suo sostegno ad Hamas: risponderemo di conseguenza e prepareremo un elenco esteso di ulteriori prodotti che Israele impedirà alla Turchia di esportare”.


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