Orgia al ristorante, guai revenge porn per un notaio
il professionista è indiziato di aver divulgato foto e video della serata di sesso
Una clamorosa indagine sta coinvolgendo a Genova un notaio ligure, una storia che parte da un episodio di un’orgia, sesso consenziente tra adulti, avvenuta al riparo di un ristorante in provincia e finita per essere diventata un caso giudiziario imperniato sul revenge porn. La vicenda dell’orgia avvenuta a Bogliasco riguarda infatti una indagine della Procura della Repubblica di Genova partita dalla denuncia di una donna coinvolta in una serata privata avvenuta in un ristorante di Bogliasco, un comune in provincia di Genova.
Il sesso, lo scambio di coppie, l’orgia nel ristorante con il notaio
Durante quella serata – un fatto accaduto agli inizi del mese scorso – erano presenti nel locale un notaio, un medico, una donna lì arrivati per una cena. Coinvolte pure altre persone tra cui il titolare del locale e la sua compagna perché, dopo la cena, i presenti avevano iniziato a scambiarsi momenti effusioni e intimità sessuale finiti però per essere fotografati e filmati con il cellulare del notaio.
Il revenge porn
Il problema è emerso quando alcune di queste foto intime, scattate durante la serata, sono state diffuse senza autorizzazione su chat di gruppo WhatsApp, causando grave disagio a una delle donne coinvolte che ha sporto denuncia per revenge porn, il reato che punisce la diffusione non consensuale di documenti e materiali relativi alla vita intima delle persone.
Il notaio ha ammesso di aver inviato le immagini a un collega, ma la loro ulteriore condivisione ha innescato l’indagine penale. Nel corso delle indagini viene ora approfondita anche la possibile assunzione di droghe per uso personale durante l’evento, che potrebbe aver influenzato il comportamento dei partecipanti, ipotizzando che alcuni dei comportamenti sessuali avvenuti nel locale possano essere stati indotti dalle sostanze stupefacenti.
Cosa rischia il notaio
Il notaio rischia una pena da uno a sei anni per la diffusione di materiale sessualmente esplicito senza consenso. La Procura della Repubblica ha delegato le indagini alla polizia, che ha ascoltato i protagonisti della vicenda per ricostruire esattamente cosa sia accaduto e chi abbia personalmente scattato e poi divulgato le foto.
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