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Attualità

Perché la Spagna rinuncerà al 75% dei prestiti del Pnrr?

"L'economia va meglio del previsto", dicono le fonti ma in realtà Madrid preferisce contrarre debito nazionale

di Maria Graziosi -


La Spagna ha rinunciato al “suo” Pnrr. Diciamola meglio. Madrid incasserà tutte le sovvenzioni, fino all’ultimo euro. Ma lascerà a Bruxelles i denari che l’Ue le avrebbe accordato come prestiti. Stando a quanto riporta El Paìs, la Spagna lascerà sul tavolo circa il 75% dei crediti che la Commissione avrebbe concesso da qui ai prossimi mesi. Le solite informatissime e labili “fonti”, questa volta vicine al premier Pedro Sanchez, hanno parlato dell’economia che corre e dei risultati migliori rispetto alle più rosee aspettative.

Il dietrofront della Spagna sul Pnrr

Numeri, dettati soprattutto dal fatto che la Spagna paga l’energia molto meno di quanto facciano altri Paesi in Ue, convincono gli investitori a puntare le loro fiches nella Penisola iberica. Sarebbe facile, così. Fin troppo. Se si rimanesse ancorati alle frasi di circostanza. Che, per se stesse, devono dire qualcosa senza dirla tutta. Hai visto mai che, poi, qualcuno si arrabbia. I media spagnoli, tutt’altro che sorpresi da questa decisione, lo dicono da qualche tempo. Al (loro) ministero dell’Economia è balenata in testa l’idea che è meglio contrarre debito sovrano piuttosto che con la Commissione europea. Tanto, più o meno, a livello di interessi la spesa per le casse iberiche resta la stessa. E, anzi, potrebbe essere addirittura inferiore. Meglio emettere bond che incassare i prestiti del Pnrr, almeno in Spagna a quanto pare la pensano così.

Il debito con l’Ue non conviene?

Come riferisce Pùblico, il ministro Carlos Cuerpo l’avrebbe detto chiaro e tondo ai parlamentari spagnoli. Il “nostro” debito, inteso come nazionale, ha meno limitazioni rispetto a quello contratto con l’Ue. E ne ha ben donde, el senor Cuerpo, per dirlo. Per il governo spagnolo le richieste di Bruxelles erano troppe. Ed eccessive. Già le avvisaglie c’erano state. Quando la Commissione, a luglio scorso, ha congelato il pagamento di un miliardo di euro dalla quinta rata del “loro” piano. E ciò perché il governo Sanchez s’era rifiutato di aumentare le tasse sul diesel. Un prezzo politico, evidentemente, che Madrid non intendeva pagare. E quindi la vicenda è semplice. Madrid non reputa un affare accedere ai prestiti europei sentendosi costretta a seguire le indicazioni politiche di Bruxelles.  Perché, ed è questo il nocciolo della vicenda, il Pnrr è prima di tutto un prestito. Altro che l’helycopter money che altrove, per esempio in Italia, si pensa che sia. Quel denaro andrà restituito. Prima o poi. E, intanto, già si paga accettando che sia l’Ue a stabilire la linea, e la rotta, sulle tematiche politiche (anche) interne dei singoli Paesi membri. Alla Spagna, evidentemente, il Pnrr non pare (più) un affare.


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