Petronas perde la commessa olio Selenia, Stellantis sceglie i francesi di Total
Petronas perde la commessa storica dell’olio motore Selenia a fine 2025 dopo 112 anni di produzione e in un attimo sembra sgretolarsi il castello di certezze in cui finora ha confidato chiunque abbia creduto ai piani di Stellantis che riguardano il nostro Paese. Ad annunciarlo la compagnia nazionale malese, colosso dell’energia, in un incontro informale con i lavoratori, a denunciare e riprendere la svolta la Uilm secondo la quale sarebbero a rischio i livelli occupazionali di Torino (450 lavoratori) e Napoli (70). “Petronas ha lavoratori dedicati esclusivamente alla commessa Stellantis, che in base a quanto abbiamo appreso sarà destinata ai francesi di Total – commentano Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino, e Giovanni Rao, della segreteria Uilm Campania -. Useremo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i lavoratori di Petronas insieme all’indotto torinese e campano, che sono messi a dura prova dalla politica di fornitura adottata da Stellantis. E’ una serie di difficoltà che hanno avuto origine da scelte sbagliate dell’ex amministratore delegato di Stellantis, che però possono essere riviste e superate per il bene di tutto il comparto auto”. Fin qui la tappa di quella che si preannuncia come una significativa vertenza sull’asse Torino-Napoli.
Singolare ed emblematico, il quadro in cui la vicenda si inserisce. In Italia, Petronas è presente con un importante centro di ricerca e sviluppo a Torino, specializzato in lubrificanti green e fluidi per veicoli elettrici, e con lo stabilimento di Villastellone, che funge da quartier generale per Europa, Medio Oriente e Africa. Il colosso malese collabora da anni con Stellantis per la fornitura di lubrificanti, in particolare con il marchio Selenia, storico brand italiano di oli motore acquisito da Petronas nel 2007. Solo nel novembre scorso, Petronas e Stellantis avevano lanciato Selenia SUSTAINera, una nuova gamma di oli lubrificanti rigenerati, sviluppata in co-branding e parte della strategia di economia circolare di Stellantis, che punta a ridurre le emissioni di CO2 entro il 2038. Una collaborazione illustrata come un tassello importante per la transizione ecologica del settore automotive e per la competitività della filiera italiana dei lubrificanti. Alison Jones, senior vice-president of Circular Economy di Stellantis si era speso e spinto ad affermare che l’introduzione dei lubrificanti Selenia SUSTAINera testimoniava l’impegno del Gruppo nell’offrire soluzioni innovative e sostenibili, riducendo sprechi e contribuendo alla tutela dell’ambiente.
Ora la crisi con la perdita di questa commessa, in un settore petrolchimico italiano, di cui Petronas è parte integrante, gravato da concorrenza globale, alti costi energetici, restrizioni ambientali.
Un paradosso per il “Piano Italia” di Stellantis annunciato al governo con investimenti per due miliardi di euro nel 2025, impegni su nuovi modelli, salvaguardia degli stabilimenti e tutela dell’occupazione. Tutela che, nei programmi di Stellantis che ora sceglie i francesi di Total, evidentemente non riguarda l’indotto. Se ne erano accorti già Fiom Cgil e Fim Cisl temendo addirittura 12mila posti a rischio nell’indotto. Simbolo di questa specifica crisi, l’azienda Pmc di Melfi che è rimasta senza nuove commesse Stellantis, mettendo a rischio 164 lavoratori.
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