Attualità

Pnrr disarmato

di Domenico Pecile -

ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD


di DOMENICO PECILE

Escludere l’utilizzo delle risorse di pertinenza del Pnrr per la produzione di armi e munizioni in conseguenza degli aiuti forniti all’Ucraina: questo l’ultimo punto della mozione del Pd (prima firma Boccia del Pd) sottoscritta anche dal M5s, da Avs e dalle Autonomie sull’attuazione degli impegni previsti dal Pnrr. Esulta la segretaria Elly Schlein perché la mozione in questa parte è passata con voti unanimi.

“Finalmente – sono state le sue parole parlando con i cronisti in transatlantici a Montecitorio – abbiamo avuto dal governo la chiarezza che gli avevamo chiesto nell’escludere dal Pnrr la produzione di armamenti e munizioni. La mozione del Partito democratico, in questa parte che esclude l’utilizzo di fondi del Pnrr per produrre armi e munizioni è stata votata all’unanimità”. Canta vittoria, dunque, la segretaria dem anche perché va all’incasso all’indomani della spigolosa riunione della direzione nazionale che ha fatto balenare altri ipotesi di abbandoni da parte dell’ala reziana e riformista. LO stesso Boccia, l’altro ieri aveva affermato che £vedremo se il governo Meloni è contrario, come il Pd, a usare il Pnrr per armi e munizioni”.

Il Pd, dunque, conferma – come aveva detto l’altro ieri nel corso della riunione della direzione nazionale la segretaria Elly Schlein – il sostegno militare all’Ucraina, ma su questo ha voluto connotare la sua posizione sfidando quasi il governo che fin qui aveva ottenuto l’appoggio dem su tutte le politiche di sostegno a Kiev. Una svolta dopo che all’inizio di giugno sul voto per l’Asp (il provvedimento discusso a Bruxelles per accelerare la produzione di materiale bellico dei Paesi Ue), il Partito democratico veva marciato in ordine sparso, palesando la mancanza di un’indicazione precisa giunta dalla Schlein, accusata fino all’altro ieri di non avere ancora indicato la rotta al partito.

A motivare il perché della mozione è stata ieri la capogruppo alla Camera, Chiara Braga. “Sul tema della guerra e del sostegno pieno all’Ucraina la segretaria ha ribadito la nostra posizione di sempre: pieno sostegno a Kiev per resistere all’invasione della Russia di Putin, anche col sostegno alle armi, a fianco degli alleati europei e internazionali, senza rinunciare a una forte richiesta di iniziativa diplomatica. E anche scongiurare il rischio che questo governo usi per la produzione di armi e munizioni parte dei soldi del Pnrr che servono per gli asili nido e per ridurre i divari del Paese”. E su questo – aveva aggiunto – “credo che tutte le opposizioni dovrebbero trovarsi unite”.

Invito caduto tuttavia nel vuoto perché Azione e Italia viva avevano preferito smarcarsi presentando una propria mozione. Il giorno dopo la direzione nazionale, il Pd fa trova un punto di convergenza con i 5s e manda nel contempo un segnale di apertura alle tante forze con del mondo pacifista e cattolico presente anche all’interno del Pd. Nella stessa mozione, Pd e gli altri firmatari hanno chiesto l’inserimento nelle revisioni al Piano di interventi sul dissesto idrogeologico (urgenti anche in seguito all’alluvione dell’Emilia Romagna) e l’attenzione alla riserva del 40 per cento di risorse per il Mezzogiorno.

Il documento impegna inoltre il Governo a “garantire la governance sui progetti alle Regioni e Province autonome” efficienti nella progettazione e spesa dei fondi. Infine nella mozione è stato chiesto di procedere tempestivamente sul capitolo REPowerEu. La mozione ha pure sollecitato il governo di adempiere con urgenza agli impegni con le istituzioni europee collaborando “per dare soluzione al ritardo nel pagamento della terza rata” e raggiungere gli obiettivi della quarta

Negli ultimi giorni sul tema della guerra e dei rapporti con i dem erano tornati soprattutto i 5 Stelle, come fatto soprattutto dall’ex presidente della camera, Roberto Fico. Su questo tema non c’è ancora convergenza visto che il Movimento 5S condanna il sostegno militare a Kiev, ma si tratta pur sempre di un segnale che il nuovo corso del Pd ha voluto dare in ossequio alla volontà di ricercare convergenze anche elettorali su tematiche comuni (come ad esempio quella del lavoro che era al centro della manifestazione di Roma indetta dai 5S e progetti condivisi. Intanto l’arcipelago anti-guerra che conta una miriade di sigle chiama a raccolta “Il popolo contro le armi” per mercoledì 28 giugno a Roma. Tra gli interventi previsti anche quello il di Moni Ovadia che sabato scorso era stato duramente stigmatizzato dal Pd per le sue parole pro-Putin.


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